Laboratorio urbano - Mente locale

Il Laboratorio urbano - Mente locale è una iniziativa di auto mutuo aiuto che nasce tra i servizi della salute psichica e mentale del ASLTO1 di Torino. Inizia le sue attività il Giugno del 2000 e ci si incontra una volta alla settimana il Martedì mattino dalle 11.00 alle 13.00 circa, a Cascina Roccafranca, via Rubino 45, Mirafiori nord, Torino. Chi vuole sapere di più può scrivere a :laburb@libero.it




giovedì 15 dicembre 2011

Svalvolatura

Mente locale 13-12-2011


Rappresentiamo
“i soliti fantasmi”
di Peppino de Filippo,
sul lenzuolo bianco
dipinti tutti nudi
a Filicudi
a mangiare
cani crudi.

Avanza la nonna di Bethoven
e insieme a maresciallo Tito
gridano che non è reato
sedersi su poltrone di pelle umana.

Si tratta
di te e di me
riflessi e ricordi di stagione
foto di te e di me
nei giorni d’inverno.


Fallimento e successo del sintomo
che lascia dietro di se una scia narrativa
sintomo fatto da scampoli
del individualismo proprietario e del cinismo,
sintomo che da fuoco alle baracche dei rom,
l’altro è da sempre sacrificabile,
è apparsa tra di noi la statua della libertà
ci dice che bisogna ripensare il gruppo
ci chiede se lo può guidare
uno svalvolato fuori di se.

Bisogna fare uno sforzo
per l’emancipazione dei contenuti
svalvolatura e paranoia
richiedono lucidità
c’è bisogno di cultura.


Cosa porto oggi al gruppo?
La tigre o il lupo?
Meglio la tigre
nel quaderno della poesia,
la tigre ci risveglia
va bene stare nel nostro piccolo orto
dove aspettiamo e ospitiamo gli altri
ma noi quando usciremo?
quando andremo verso gli altri?
Non possiamo essere autosufficienti.



Troppi pezzi, mi perdo
non riesco a legarli
immagazzino e dico la mia
e forse serve a qualcuno
ed anche a me,
mi sento parecchio fuori
ne carne ne pesce
in vari ruoli e responsabilità
ci vuole un bel pacco natalizio
per ognuno di noi,
un sacrificio benedetto
per far star su la cattedrale
e il ponte sacro,
per costruire la cattedrale della nostra vita
bisogna sacrificare,
metterci del nostro.


Bisogna mettere un po d’olio
togliere i stridii dell'anima
chiedo aiuto perché non basto
voi siete esperti di vita
accogliete il prossimo.

Mia madre è malata d’orgoglio
e io vado in gruppo-appartamento
fammi squillare il cellulare
cosi me lo ritrovo
la maggioranza non sempre ha ragione
ma ha sicuramente più forza
tutti i fiumi vanno al mare
e il mare non si riempie mai
Wiesel dice che
il contrario del amore
non è l’odio
ma l’indifferenza,
bruciano i campi e i villaggi,
riaprono i campi di sterminio
si sente forte
il silenzio degli innocenti.

lunedì 5 dicembre 2011

Zoometamorfosi dell'aura

Mentelocale 29.11.2011
Zoometamorfosi dell’aura



Io sono stato anche bene
con i miei deliri,
ma dava fastidio alla società,
scatta il controllo sociale
dal CPT alla scuola,
arriva l’eritreo
e rimette in pista
il razzismo subito,
suicidi in carcere
ma anche nella pianura padana,
IO NON SONO RAZZISTA.

Influenze continue
nei supermercati e nella città,
sulla linea 4 che lega la città
da un capo all’altro,
ci sono i controllori
ti fanno scendere
e ti spengono l’aura,
loro hanno l’aura negativa
e ti chiedono pure il saluto
oltre il biglietto,
la linea 4
una linea popolare
che porta le periferie in centro
è diventata una linea d’elite,
fuori i poveracci e gli immigrati
che non pagano mai.



Alla ricerca dell’aura perduta
emanazioni sensibili
amore, dolore e angoscia
chiedo perdono
per il ritardo,
ho tre argomenti
sento radio-capital,
in Svizzera da Exodus o Umanitas
Lucio Magri
ha trovato il suo Stalker
verso il suo ultimo viaggio,
sento di Von Karajan,
di Toscanini e Furtwängler
la triade dei direttori,
per me Toscanini antifascista
è il primo come Valdo e Lenin,
Gesù Cristo e Basaglia,
De Magistris, Falcone e Borsellino.

Un Re dei tempi antichi
vede che sul dito medio di Cattelan
riposa una allodola
passa una tartaruga e le dice
“smetti di volare,
strappa le ali
e inizia a camminare,
diventa tartaruga”
e cosi fa;
arriva la donnola
vede un boccone grasso senza ali,
ma non la mangia,
la porta al centro diurno
un allodola che si credeva una tartaruga.

Non so se sono
allodola, tartaruga o donnola
ho perso l’aura
ho perso il mio destino
per sempre o per mai,
certe volte mi seduce il potere
prima volavo qualche volta
adesso ho le ali strappate
e sembro una tartaruga,
l’unica risposta possibile è:
preferirei di no!!



Qui sulla terra è l’inferno
mondo crudele, criminale e spietato,
cerco la porta di sicurezza per evadere
sotto le ruote di un TIR,
non riconosco più
la mia potenza divina,
propongo la visione di “Shutter Island”
per il Trattamento cinematografico obbligatorio,
ho visto “Faust” di Sokurov
ma sono uscito a metà film,
mi rammarico
perché non ho salutato Xavier Bardem
che passava di li per caso
e chiedeva informazioni,
volevo un suo autografo.

Mi sento allodonolla,
larva, farfalla,
leone o iena,
dipende da che giorno è!!
Essere sempre lo stesso e
insieme diverso,
ho le piume
ma non riesco a volare,
abbiamo bisogno
di una poesia sugli specchi
ma oggi non trovo le parole,
non riesco a volare
non riesco a scegliere
cerco lo stalker, la mia guida
interrogo la follia
e le do quattro meno meno,
umiltà e presunzione,
non mi dà nessuna informazione.



Metamorfosi o cambiamento?
L’essere si dice in molti modi,
ma noi preferiamo l’idea
che è un prodotto dell’occhio.
E’ meglio una crisi esistenziale o
una crisi glicemica?
Se potessi scegliere
non rivivrei la stessa vita
“preferirei di no”.























giovedì 24 novembre 2011

Sull’eternità, l’abbandono e le dipendenze

Mente locale 22-11-2011
Sull’eternità, l’abbandono e le dipendenze

Dall’eternità
fuori dal tempo
nella dimensione ultraterrena
dove l’eterno riposo
cerca l’amore eterno,
scendo nella città effimera
dove vittime
e ragni spogli
rimbalzano su muri di gomma
e gridano vendetta.

Seguo quattro principi
di cui l’ultimo è
“ciò che è finito è finito”,
gettato nel pozzo
per cercare la luna

apro la finestra
per aerare la stanza del crimine
dalla puzza dell’esistenza,
aprire le finestre
e chiudere le ferite,
chirurghi, architetti e psichiatri
disegnano
corpi, case e anime
sterilizzano
e contrastano
l’invasione degli alienati.

La follia è una variante del genio
destinata al fallimento,
disarmonie e intelligenza sprecata,
matrice bucata,
rifletto sul cammino
vicino al camino
cura e abbandono,
un fiocco di neve
non cade mai
nel posto sbagliato,
io seguo i 25 comandamenti
per smettere di bere,
consapevolezza del dolore
in dodici passi
fumando undici sigarette,
divagazioni machiavelliche
dove la dipendenza dalla madre
è ugualmente pericolosa
della dipendenza
dalla bottiglia,
dipendi poiché ti piace
a non dover decidere.

Vorrei tornare alla mia patria,
al Salvatore Santo e
abbandonarmi alla morte,
per fuggire alla morte
cerco le dipendenze,
mi rassegno alla fede
mi abbandono a dio.

Una volta il barbiere
faceva il chirurgo
e il chirurgo il barbiere,
e tutti due
fanno il pelo al corpo.

Abbandono e controllo,
abbandonarsi al amore,
sentirsi abbandonato,
mi abbandono e mi lascio andare,
abbandonare le regole sociali
mi abbandono alle dipendenze,
soli e abbandonati,
abbandonare le difese,
abbandono le difese e
mi affido a…….

giovedì 17 novembre 2011

La follia del jolly, crisi, memoria e oblio della natura.



Sono matto
son'contento
organizzando
riunendo
responsabilità,
l'orgoglio matto
fa una street-parade.
Nelle carte napoletane
la matta
è la lucente,
splendida
tutta cultura e ideali
tra pin-up e call center
tutte le carte sono in gioco
e la matta vince.

Uscire pazza
di gioia
come far uscire il matto
dal mazzo di carte,
bisogna però
fare attenzione
al jolly.



Rimettiamo la matta nel mazzo
bisogna inventare
strategie per i soldi e per la vita,
un festival della follia nella città
torna il caffè basaglia.
Soffro di bipolarismo acuto
montagne russe
mascheramento e disagio
ma io ne sono orgoglioso.

Si sente la mancanza di Gino,
sintomo vitale,
nel paese della bellezza
regna l'oblio della natura,
della pianta originaria,
la natura è la memoria dell'uomo
come il seme ha la memoria dell'albero,
chi non semina non raccoglie
lo scavare del vento.

Crisi, memoria e oblio
meglio fingersi acrobati
che sentirsi nani,
difendi la tua idea
a trecento a l'ora
su una macchina rossa
tra sogni e guardiani,
acrobazie ideali
e memoria profonda
di misteri esoterici
officiati da nani acrobati.

Tempi e metodi della crisi,
mi ha mandato in crisi 
il non funzionamento,
la matta vince
perché scombina il gioco,
la follia del jolly
produce
crisi esistenziali congenite,
l'oblio della storia
conduce a buchi neri spaventosi
barbarie olocaustiche
dove la madre
può perire
prima di portar in essere il figlio,
e quest'ultimo
fugge nella saga di Mimi Aiuwara
dove fa il matto che ama,
un jolly versatile.

Sono in crisi,
mi sono persa
vado in mezzo alla natura
per riconcigliarmi
e fare un anamnesi del proprio essere,
buttare il corredo degli stereotipi.



Crisi, confronto e competizione
l'oblio uno strumento
per ammortizzare la realtà,
mago Merlino
manda il gufo Anacleto
a spiare gli umani,
 per non diventar uomo
divento un asso di bastoni
ma forse è meglio
un Jack di fiori,
mi sento fuori norma
voglio sempre essere
donna di cuori,
non mi piace
nessun altra carta.


Crisi internazionale
e memoria genetliaca
mi affido a Lete
il fiume della dimenticanza,
la crisi
deriva dal disadattamento,
nessuna casella sociale
adatta a me,
la memoria che fugge
e lascia posto
al oblio dei ricordi,
mi piacerebbe essere
il settebello
e fare festa.

Io sono il tre di denari
la sesta carta
una carta normale.

Io sono fuori dal mazzo
o jolly
o due di briscola
presente assente
distaccata da tutti
con l'anima assente
io non ci sono più
esistono solo gli altri.



Oblio totale
cervello spento
voglio essere
sia nano
sia acrobate
voglio essere tutto il mazzo,
un jolly cosmico.


venerdì 11 novembre 2011

Fiume in piena

OGNUNO A MODO SUO
(Ci sono solo io e sono un fiume in piena)
Mente locale 08.11.2011


La rivendicazione psicotica
del Mad Pride,
una grande cavolata
al cavolfiore.

Nascondersi vuol dire
farsi giudicare.
Giù la maschera,
lontano dalle apparenze.

Esistono lontananze chilometriche e
lontananze mentali,
e a piedi col tram.

Il centro diurno
è come un parcheggio,
ecco perché non
entro nel cerchio.
Non accetto la violenza,
ma ci sono e ascolto.
Esiste il rischio dell'etichettamento
e lo temo.

Il parco mira alla conservazione
del paesaggio naturale.
Gran Paradiso,
Parco del Circeo e
quello dello Stelvio.
La lonza con l'Asperger,
un tipo di mustelide cànide.

L'apertura trasversale
abbassa la solitudine
e prova ad unire.
Sentirsi pazzi per un giorno,
e togliersi i giudizi degli altri e,
soprattutto di noi stessi.

“Se mi dici che sono matto
ti do un calcio in faccia!”
“Vedi allora che sei
proprio pazzo...”
La reazione degli altri
non è stata così stigmatizzante,
era la mia reazione con me stesso
ad esserlo.



Sul campanile si legge
“Ognuno a modo suo”,
perché
“da vicino nessuno è normale”.
La normalità è un parametro
della nostra società.
Siamo così dopo millenni
di storia di evoluzione.
Ma resta la paura del diverso.

Il sangue è lo stesso per tutto il mondo,
cambia solo il gruppo sanguigno.
Il razzismo, il sessismo,
la bisessualità e la transessualità.
Michael Jackson aveva la vitiligine.
Il gay è differente dal matto
e dal disagio mentale.
Sotto le coperte si fa quel che
si vuole, ma a parole siamo
tutti bravi a dire:
“Difendiamo il malato psichiatrico..”.
La realtà è un'altra cosa.

Rispetto e accettazione.
E' il pregiudizio verso il pazzo
che dave essere curato
dalla medicina.


Della psichiatria si diventa dipendenti
e forse in quella identità
si finisce col rispecchiarsi.
Non so dove nasce la pazzia.

La follia è non capire
se il rumore mi arriva da fuori
oppure
sono io che lo sento.

Un direttore di banca
non sa cambiare un tubo del gas
e se io so farlo
non so se mi viene riconosciuto.
Se mi arrabbio, ho un NAS.
Se ho un disagio che viene tradotto,
allora questo si attenuerà un po'.

Tutti devono accettare un po' di fatica,
ma non riesco a ricordare come
funziona il cuore.
La differenza fra patologia,
delinquenza e onestà.
Non mi ricordo qualcosa,
quindi sono pazzo.
Quando non trovo qualcosa,
dovrei staccare e fare Mente locale.
La diagnosi è
“perfettamente ingenuo”.

Come si gestiscono
i conflitti e la rabbia accumulata:
suono a Mauro e
al citofono lo mando
a stendere.
Il mondo è una tempesta
con delle sabbie mobili e
l'ambulatorio è una delusione.


Ci sono solo io e
sono un fiume in piena.
Il mio cervello si
pone troppe domande,
infatti è liquefatto.
Mi lamento, sono indisponente
e non faccio niente.
In questo momento ci
vuole la fiducia degli altri.








venerdì 4 novembre 2011

Porti, parchi e rabbia

Porti, parchi e rabbia.

La colpa dei padri
sommata alla colpa delle madri
generano il distacco necessario
per fuggire dalla
umiliazione perpetua
e dai tradimenti perenni,
la rabbia verso se stessi
è una vecchia sindrome,
antica quanto l’ansia;
qualcuno ha coperto il culo del diavolo
che ha la faccia come il culo;
Tasmanian style altro che Prada.
Vado a vedere i treni che fuggono
cosi non mi sento solo.

Il sacro è folclore,
è ciò che va difeso,
sacra la vita
per uno si
per l’altro no,
sacro il tempo
sacrosanto il diritto
di stare da soli,
ma essere soli, NO.

Tra ANSA e ansia
c’è potenza sacra,
conduttrice delle forze
del sacro e profano.

Non si tollera il malessere
siamo alla ricerca perenne del rimedio
qualcosa da sacrificare
come 15 gocce di EN;
faccio fatica
ad accettare il pensiero del altro,
il sacro e la sofferenza
sono clandestini.

Ho paura di quello che posso essere,
un vampiro-vegetariano,
l’ignoranza il più delle volte
è salvifica.



Porti,
manovre di navi
attesa nella rada
porti interni
e canali navigabili,
tempeste escluse
commerci trans atlantici
nel porto azzurro di Empedocle
porto nelle nebbie
e fronte del porto,
voglio un porto psichico sicuro.



Poesia o grido d’aiuto?
Ombra, vento e disperazione
pensieri rallentati
capace di fare niente
paura di essere giudicata
sensazione di fallimento
avevo dieci anni
e già il senso di fallimento
era presente
come senso di esclusione
angoscia permanente.

Dalle due di notte
che parlo da solo,
doccia e due caffè
non riempiono il tempo della vita,
richieste della vita
richiesta del corpo,
gesti utili per rispondere
alle richieste fondamentali
che se fallite
inizi a parlare da solo.

I limiti,
angosce esistenziali
solo scrivendo
riesco ad andare oltre,
la solitudine porta l’angoscia
è come la pioggia
che va accettata
fortunato se trovi un ombrello.



Parchi,
alberi ad alto fusto e
dimore principesche,
dalla Pellerina alla Tesoriera,
passando per Rignon che si arrampica
sul parco di Leopardi
dove regna il pessimismo verde.
Nei Campi Elisi,
isola dei fortunati,
riposano le anime
che migrano da Hyde Park
perché Parigi è meglio di Londra,
le anime cercano un luna park
o uno zoo per riposare.


Lancio una dedica a tutti
anche a Mauro
che ha sognato
uccellini schiacciati dalla merda,
mente sveglia dove
la speranza fa fatica
a trovare la sua strada,
ci vuole un coraggio interminabile,
le canzonette e le poesie
segni di un amore unilaterale e seduttivo,
amore che verrà.

Chiuso in una bolla d’oblio
per smettere di pensarti,
sapore di vento
e di pioggia lieve,
un mondo inquieto dove
violenza genera violenza,
rabbia sul fondo del barile,
ed ecco di nuovo i vandali a Roma,
inglobati dalla televisione
io sto con gli anarchici e contro le banche
mi dispiace per le macchine dei poveri
ma non per quelle dei ricchi
guerriglia psichica e
istigazione alla violenza,
spettacolo e cibo,
panem et circenses le loro armi,
e le nostre?
La nostra rabbia.



giovedì 29 settembre 2011

Rabbia, lacune e fiducia


Rabbia
Rabbia e paura
distanza e differenza,
la rabbia
di solito si dà ai cani
e non agli umani,
è qualcosa di sordo-muto
è come avere le ali spezzate
un uccello che non vola;
rabbia per un futuro misero
rabbia per la malattia,
l'attesa ci tiene vivi
la rabbia non la esprimo mai
la rabbia lega con la violenza
il farmaco modera
la modalina scioglie la rabbia
la rabbia viene da fuori
ma è un sentimento normale
o eccezionale?

Riesci a valutare
i confini e i limiti
tracciati dalla rabbia?
Ai matti non è permessa la rabbia
agli operatori si!

La rabbia come una malattia cronica
una compagna di viaggio
arrabbiata con me stessa
inadeguatezza permanente.

Son arrabbiato
e non so
perché cazzo sono arrabbiato!

E' la madre che fa rabbia
è sempre in anticipo
prevede tutto
è una frustrazione continua
è sempre più veloce,
mi fa rabbia di essere scambiato
per quello che non sono,
inamoramento multiplo
ma non sono un Dongiovanni pericoloso.

La rabbia come marchio
non ho più nessuna fiducia
se mi arrabbio
mi ricoverano
certe volte ho da fare
con il narcisismo del operatore
del suo occhio altezzoso,
scatta la paranoia,
metto solo una piccola parte di me nelle cose
ho paura che mi sopprimano.

Arrabbiato potrei essere pericoloso
per me e per gli altri
per questo prendo la rabbia in pillole
a dosi omeopatiche
una pillola di rabbia
non è pericolosa.

E' bello attendere
ma è più bello venire
aspetti l'autobus
attendi l'evento.

Rabbia per non riuscire a gestire
le cose della vita
divento aggressiva
irrigidita e odiosa
da vittima divento carnefice
difesa-attacco, difesa-attacco
 in mezzo ci sta la rabbia

Lacune

La fantasia!!!!
Recuperiamole
le lacune della fantasia.

Sono senza lacune
ho una memoria forte
niente buchi
cosi a volte perdono gli altri.

Inseguire le apparenze
una dell'essere
fingo senza limiti
sopravalutazione
si aprono lacune da sopravalutazione
lacune da troppo zelo.

La mia lacuna è
di non voler aver lacune.

Troppe lacune
portano la labirintite
e viceversa
la labirintite
un percorso di lacune.

Lacune profonde
riempite da sogni benevoli
lacune colmate da sogni ad occhi aperti.



Mi sono fatto fare una TAC
ma non hanno trovato il cervello
ecco la mia lacuna.

Ho più lacune di testa
che lacune del cuore
mi relaziono con l'altro
cosi si colmano alcune mie lacune.

Non ricordo
quello che ho fatto
ne quello che farò,
vivo dentro una lacuna.

Timidezza e lentezza
metterci tre ore per mangiare l'insalata
ecco la mia lacuna.

Una lacuna
una paura
lacuna della memoria
chiusura
non si parla volentieri delle proprie lacune
il delirio è quello
che colma le lacune.

Colmiamo la lacuna con l'acqua
e la trasformiamo in laguna
cosi andiamo tutti insieme
a pescar la luna.

Fiducia

Praga, viaggio di tre giorni
nove colline e un fiume
madre delle città
città dorata
cristalli di Boemia
barocco e Mozart
trenta statue in fila
cercano i resti di Kafka
ma alla fine
senza trovarli
si buttano nella Moldava
con le loro lacune esistenziali.

Ascoltiamo
Shakespeare:
basta avere un guscio di noce
per essere il re del mondo
rifugio sicuro
intrauterino
fusione ideale
interno-esterno,
metafora positiva
del dio scoiattolo
il guscio di noce,
flusso indiferenziato
della dissociazione primaria.

La follia
la melanconia
regressione intrauterina
senza madre,
senza accoglienza
nessuno coglie l'appello
tutti temono la contaminazione.

Sfasciare le porte
per farsi ascoltare
diffidente e permaloso
difficile rimettersi in gioco,
non poter nutrir fiducia
in primis al proprio io
e poi agli altri fa rabrividire.

Fidarsi è credere
nella bontà altrui
fiducia e difesa
premio e punizione
meglio soli che mal accompagnati
ma io mi voglio fidare
perché la fiducia è una bellissima cosa
però
bisogna fare attenzione.

Cerco di avere
una fiducia moderata
in me stesso

venerdì 26 agosto 2011

IL TERREMOTO, OSLO E LA BORSA GRECA



 Mente Locale 26.07.2011

IL TERREMOTO, OSLO E LA BORSA GRECA
(Se cascasse il mondo io mi sposto un pò più in là)

Pulcinella e Balanzone
quanta gente sul cornicione
che c'aspetta al solleone,
con i problemi
appesi al balcone.

Liberi dalla deficienza
dei Signori del potere
e del dolore,
hanno pure staccato
la Dandini e Annozero.

Cammini stanca
con gli occhi colmi di luce
e ti porti dietro il mondo.

Ieri il terremoto a Torino
e la scossa nelle persone.
Rendere antisismiche
le nostre coscienze e una
ricostruzione tutta la vita.

Il senso d'impotenza
davanti al terremoto anticipa
il senso di piccolezza.
Forse c'è qualcosa di sacro
dopo il terrore.
Ne siamo continuamente attratti.
Ecco perché le prostitute
sono il nostro baluardo.

Non si ferma il sussultorio.
Dotato di buone capacità
logico-matematiche,
insomma sono un genio.
Il terremoto è come un
camion che sussulta.
Sembrava fosse uno
dei soliti giochi di comunità
e c'era protezione.

Non solo
non si può fermare,
ma non lo puoi
neanche sapere in anticipo.
E le macerie?
Chi rompe paga,
i cocci sono suoi.

Costruiamo qualcosa di nuovo,
non la stessa casa,
ma è dall'obbligatorietà
che dobbiamo partire.
E' umano.

In gruppo siamo al sicuro.
Si passa il tempo ad azzannarci
invece di formare catene
gli uni con gli altri.

Se ci cammini dentro,
se sai come stanno le cose
prima o poi
riuscirai a cavartela.
La ricostruzione è
anche il perdono.



Nel momento in cui
ci sentiamo senza forze,
è proprio in quel momento che scattano.

Facciamo terminare
questo terremoto
che dura da tanti anni!

Eravamo troppo piccoli
per capire.
Si faceva finta di niente,
ma avevo una strizza!
Gesù mi ha consegnato
uno scrigno che era
un dono dal cuore.

Il terremoto è
ogni martedì a Mente Locale,
dove vedo che sono
uguale agli altri.
Sono un uragano.
Le mie macerie
le sto ricollegando,
perché nulla si distrugge.

Un terremoto continuo
e una continua ricostruzione
come colonna sonora
della mia vita.

Io non l'ho sentito,
c'ho una vita piatta.
Tipicamente supermeniano.
Il terremoto non lo decidi tu,
ma la vita.
Puoi stare anche con la colla e
il senso di colpa..

Gli incontri che sono stati negativi,
dove le macerie verrebbe da portarle lontano
sono stati i miei terremoti.

Le vite degli altri sono le tue,
e la tua degli altri.

Siamo in un terremoto continuo
e si può solo pregare ma
io non ho avuto paura.
Chi se ne frega poi
con tutta la gente
che c'è per strada!
Da una parte la forza,
dall'altra i cocci.

Niente terremoti amorosi,
io guardo al futuro.
Dobbiamo abituarci
ai terremoti della passione.

Mi inquietano
le centrali nucleari
proprio in riva al mare.
Con una fatica sovrumana
ho dovuto recuperare
tante dosi di pazienza.

Più tempestoso di questo mondo
c'è solo il sole
e a te
il più alto grado di ricostruzione.
Il saggio dice:
chi non ricorda il suo passato
è senza futuro.

Forse non divertente,
ma effervescente,
con un lato estetico.
Il terremoto amoroso
è uno dei più difficili.
i hanno costruito
un po' antisismico.

Ho sentito vento, ma
sarà mica stato il gatto?

C'è il terremoto che risucchia e
quello che butta fuori,
ad ogni modo
occorre prenderlo in modo positivo.

Nell'impossibilità,
il cambiamento può
sempre portare cose buone.
Rimettiamo i mattoni
in modo simile a prima
per dare senso alla vita.
Questo è un po' il trucco.

Con rabbia ieri
il terremoto
non ho sentito a causa del 16,
avrei voluto viverla
anche io questa sensazione.

Le macerie servono solo
a qualcun'altro per
fargli sentire le sue macerie.

Nietzsche, fascistone maledetto,
durante il terremoto
mi stavo infilando la
canottiera in cucina.



 
Sarebbe stato liberatorio
se cadeva la casa ma
per fortuna sei qua con noi
e che non ti occorre
cercare la morte.

Io credevo di essere immortale,
ma poi
ho cambiato opinione.