Laboratorio urbano - Mente locale

Il Laboratorio urbano - Mente locale è una iniziativa di auto mutuo aiuto che nasce tra i servizi della salute psichica e mentale del ASLTO1 di Torino. Inizia le sue attività il Giugno del 2000 e ci si incontra una volta alla settimana il Martedì mattino dalle 11.00 alle 13.00 circa, a Cascina Roccafranca, via Rubino 45, Mirafiori nord, Torino. Chi vuole sapere di più può scrivere a :laburb@libero.it




venerdì 11 novembre 2011

Fiume in piena

OGNUNO A MODO SUO
(Ci sono solo io e sono un fiume in piena)
Mente locale 08.11.2011


La rivendicazione psicotica
del Mad Pride,
una grande cavolata
al cavolfiore.

Nascondersi vuol dire
farsi giudicare.
Giù la maschera,
lontano dalle apparenze.

Esistono lontananze chilometriche e
lontananze mentali,
e a piedi col tram.

Il centro diurno
è come un parcheggio,
ecco perché non
entro nel cerchio.
Non accetto la violenza,
ma ci sono e ascolto.
Esiste il rischio dell'etichettamento
e lo temo.

Il parco mira alla conservazione
del paesaggio naturale.
Gran Paradiso,
Parco del Circeo e
quello dello Stelvio.
La lonza con l'Asperger,
un tipo di mustelide cànide.

L'apertura trasversale
abbassa la solitudine
e prova ad unire.
Sentirsi pazzi per un giorno,
e togliersi i giudizi degli altri e,
soprattutto di noi stessi.

“Se mi dici che sono matto
ti do un calcio in faccia!”
“Vedi allora che sei
proprio pazzo...”
La reazione degli altri
non è stata così stigmatizzante,
era la mia reazione con me stesso
ad esserlo.



Sul campanile si legge
“Ognuno a modo suo”,
perché
“da vicino nessuno è normale”.
La normalità è un parametro
della nostra società.
Siamo così dopo millenni
di storia di evoluzione.
Ma resta la paura del diverso.

Il sangue è lo stesso per tutto il mondo,
cambia solo il gruppo sanguigno.
Il razzismo, il sessismo,
la bisessualità e la transessualità.
Michael Jackson aveva la vitiligine.
Il gay è differente dal matto
e dal disagio mentale.
Sotto le coperte si fa quel che
si vuole, ma a parole siamo
tutti bravi a dire:
“Difendiamo il malato psichiatrico..”.
La realtà è un'altra cosa.

Rispetto e accettazione.
E' il pregiudizio verso il pazzo
che dave essere curato
dalla medicina.


Della psichiatria si diventa dipendenti
e forse in quella identità
si finisce col rispecchiarsi.
Non so dove nasce la pazzia.

La follia è non capire
se il rumore mi arriva da fuori
oppure
sono io che lo sento.

Un direttore di banca
non sa cambiare un tubo del gas
e se io so farlo
non so se mi viene riconosciuto.
Se mi arrabbio, ho un NAS.
Se ho un disagio che viene tradotto,
allora questo si attenuerà un po'.

Tutti devono accettare un po' di fatica,
ma non riesco a ricordare come
funziona il cuore.
La differenza fra patologia,
delinquenza e onestà.
Non mi ricordo qualcosa,
quindi sono pazzo.
Quando non trovo qualcosa,
dovrei staccare e fare Mente locale.
La diagnosi è
“perfettamente ingenuo”.

Come si gestiscono
i conflitti e la rabbia accumulata:
suono a Mauro e
al citofono lo mando
a stendere.
Il mondo è una tempesta
con delle sabbie mobili e
l'ambulatorio è una delusione.


Ci sono solo io e
sono un fiume in piena.
Il mio cervello si
pone troppe domande,
infatti è liquefatto.
Mi lamento, sono indisponente
e non faccio niente.
In questo momento ci
vuole la fiducia degli altri.








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