Laboratorio urbano - Mente locale

Il Laboratorio urbano - Mente locale è una iniziativa di auto mutuo aiuto che nasce tra i servizi della salute psichica e mentale del ASLTO1 di Torino. Inizia le sue attività il Giugno del 2000 e ci si incontra una volta alla settimana il Martedì mattino dalle 11.00 alle 13.00 circa, a Cascina Roccafranca, via Rubino 45, Mirafiori nord, Torino. Chi vuole sapere di più può scrivere a :laburb@libero.it




venerdì 20 marzo 2015

Orfeo21 marzo, circolo Noà, raduno poetico


Il Circolo poetico urbano Orfeo

Invita
Al raduno di liberazione poetica al circolo Noà,
cso regina margherita 154
sabato, 21 marzo, ore 20.00

Hai una poesia nel cassetto o nella testa?
Liberala!!!!!!

lunedì 16 marzo 2015

Blues economy



I PRIMI PUNTI DELLA BLUES ECONOMY



Un delirio Eco-onomo-mistico



La blues economy è la non-scienza dell’economia delle emozioni, la socio-psico-dinamica dei flussi e dei fluidi emotivi. Si fonda su due regimi: un principio di condivisione, l’emotion-sharing, o un principio di dono, l’emotion-gift.



Le emozioni non sono mercificabili – di un’emozione si può fare dono, ottenendo in cambio del dono un’emozione donata. Altrimenti la si può condividere. Vendere o comprare emozioni è un paralogismo (di natura tecnico burocratica scientifica) in quanto le emozioni, per diverse che siano, si acquisiscono con la stessa sostanza psicosomatica che le genera. Emozione si dà e si ha con l’emozione. Al limite, l’emozione si trasforma.



Il principio di dono tende allo scambio paritario tra donatore/i e destinatario/ri. Il dono comporta il rischio di disequilibri tra le parti – può generare un forte senso di debito, come un forte senso di gratuità. Al debito (verso il dono stesso, non verso una delle parti) si può so(p)perire con una condivisione. Alla gratuità si può so(p)perire con un investimento (poetico-partecipativo).



La condivisione tende ad essere impari – poiché essa sarà sempre in vantaggio rispetto alle parti che vi partecipano (principio olistico). La condivisione delle emozioni è un dono-investimento.



La socio-psico-dinamica dei flussi e fluidi emotivi costringe l’individuo in una condizione di parzialità (necessaria). Tale condizione sarà costantemente in debito se non verrà riconosciuta attraverso la condivisione dell’emozione che essa genera (emozioni della Necessità).



Gli investimenti tendono a e-rompere il rapporto paritario tra costi e benefici che è prodotto dal senso di gratuità. I doni-investimenti della condivisione tendono a e-rompere il rapporto impari tra il senso di debito verso i doni e la nostra condizione di parzialità.



Ciò che noi doniamo in un dono-investimento è ciò che non si può «dire» (comunicare, mettere in comune) ma in esso vi è mostrato e c rende consapevoli (di esso e, di riflesso, di noi stessi).



Ciascuna delle parti che partecipa ad una condivisione avrà come guadagno un’emozione donata e un’emozione investita. Entrambe avranno un ulteriore costo, poiché sono solo delle emozioni parziali rispetto all’emozione di esistere, la quale potrà ora generare angoscia, ora gioia, ma in nessuna delle due facce unicamente si esaurisce, poiché essa ci è data dalla vita, a cui apparteniamo.



La blues economy ha un suo «oro» che misura il valore delle emozioni (e delle azioni a cui si accompagnano) e crescendo aumenta il valore dei nostri doni e delle nostre condivisioni: il desiderio.



Il nome blues economy fa riferimento al «blues» inteso come «tristezza/dolore» in quanto questo rappresenta il motore della stessa socio-psico-dinamica dei flussi e fluidi emotivi: il suo lavoro, per così dire…



La blues economy tende e mira a creare tempo ed emozione liberata dal lavoro (dolore) – liberata da esso e liberata grazie ad esso.



A presto,

Enea

Aforismatika diacronika edizioni volanti




Al bambino la maschera
funziona per gioco
al adulto funziona per profitto,
mi chiedo
la maschera la metto per me o
per gli altri?
Le maschere sono funzionali
e quando cadono
lo sono ancora di più.


Sogno a tutto spiano
da sveglio e dormiente
creo ponti tra realtà e fantasia
sono il pontefice del quotidiano.

Sto annaspando alla ricerca dell’autostima
sto in riva al fiume e
aspetto che passi
 il cadavere di me stesso.

Vivadio
ho un io nel vivaio
non so se cresce,
ogni tanto si dissolve
e mi trovo
dove dio non è.

Chi è stato dove dio non è e torna
cerca la parola e non la trova,
non dice ma mostra
dove non c’è io ci può essere un noi.

Dentro ciascuno di noi
l’Ideologia senza la Complessità,
la Complessità senza la Realtà,
la Realtà senza la Contraddizione,
la Contraddizione senza la Fatica,  
la Fatica senza la Verità,
la Verità senza la Bellezza,
il Potere che le spezza.

Non c’è più economia del lavoro,
 c’è solo economia psichica e
economia finanziaria.
Emozioni e denaro astratto,
il lavoro si è banalizzato.

A Mente Locale non si mangia sempre,
ma quando si mangia si mangia bene…



Bisogna sapere parlare anche senza le parole. 
Compi un gesto! Riempi un vuoto o svuota un pieno.
La vera cura è dentro di noi, 
ma da soli non riusciamo a vederla.
I soli non bastano: 
ci vogliono anche le lune.

Bisogna poter usufruire di un ordine del possibile, 
per cominciare a chiedere l’impossibile.

«la pazZienza è la virtù dei folli!

Ho scoperto che la follia è una via di conoscenza,
 se ci si aiuta a resistere all’angoscia.
 Mi sono sentito così meno normale, 
non più matto, ma solo più umano, 

La normalità è un punto di vista, la follia è un piano di vista…

Dicevano gli arabi: 
la via più breve che passa tra due punti è 
certamente la linea retta, 
ma non è detto sia la più interessante 
(Elogio dell’arabesco).

Al Rifugio Urbano si collegano i punti di vista con le linee della vita.

Siamo esseri eliotropici ma amiamo anche l’oscurità.

Il gioco non come semplice intrattenimento 
ma come azione che trasforma il soggetto e il mondo e
 tutto ciò legato al piacere e al bello; 
ecco l'arte di vivere, 
una poetica ludica del mondo,

Oggi sto da dio,
ma ogni tanto preferisco
essere ospite
della madonna

La follia ha valore
in quanto appartiene
al regno del inutile,
della ragion le regole
vogliamo sovvertire,
tra il dire e il fare
c’è molto calcare.

Meglio far l'ambulante
che esser portato via dal ambulanza

Ogni tramonto non è un gioco ma
una piccola tragedia che si ripete ogni giorno
agogna il sole alla vita, in un attimo si spegne
ed è tramonto rosa.

Mischiarsi agli altri restando se stessi
o diventare altro per vedersi.

In attesa dell'altro
incontro me stesso
o dentro o fuori
da qualche parte ho appuntamento con me stesso
mi chiamo al cellulare per sentirmi ma
non c'è campo
mi metto all'angolo ed ecco quattro tacche
finalmente posso parlarmi.

Solitudini in serie
frammenti senza mosaico
isole senza arcipelago
tremendo e terribile
il fatto della solitudine,
bisogna star bene con se stessi
per non soccombere.

Accade che noi
rifugiamo il dolore
lo sentiamo ma
non riusciamo a dare un senso,
cerco di dormire tanto
almeno metà giornata
essere senza coscienza nelle mani di Morfeo e
riposarsi dalla tirrania del io.

Mi ricordo
quando stavo bene e
ho nostalgia di me stesso,
prendo il laudano come Re Giorgio il Folle.

L’infinito
non si può sopportare
a lungo
senza metterlo
in un guscio di noce


Siamo figli della notte e
brancoliamo nella luce
bisogna avere il coraggio di ascoltare
il tremendo dell’oscurità.

Sono cieco e vivo di luce interiore
voglio ritirarmi nel buio
la luce mi porta confusione
sono la talpa dell’essere
sono stanco e mi metto a letto
spengo la luce
metto i tappi nelle orecchie
e sento solo il respiro della bestia
che dorme in me.

Devo cambiare la batteria
della luce interiore
si è scaricata e non mi riconosco più;
Vivo di luce riflessa.

Il teatro è una dichiarazione di follia.

Senti chi canta!!
E’ Alda Merini,
l’amore nelle tenebre.

La conoscenza
il più delle volte
è contro l’amore;
la Presenza
è la sua condizione.

Il manicomio:
io ero bambino,
sembrava un gioco
ma non ci ero mai entrato
nel manicomio
dove mettevano
camicie di forza agli agnellini.

Alla fine la malattia c’è
ma c’è anche la guarigione
solo di se stessi
non si guarisce mai.


L’amore:
cuore,
sudore, fetore,
tremore, terrore,
calore, timore,
migliore, peggiore,
pudore,
tutte le ore:
amore.

Del sesso
non bisogna parlare
ma bisogna fare,
si può anche parlare
quando si fa sesso
se non si ha
la bocca piena.

A me non mi pesano gli altri
mi pesa la mia vita e 
questa consapevolezza
del conflitto interiore estremo
che è la dissociazione,
però malgrado tutto
è anche indice della mia unicità
e della mia protesta 
verso la società.

Liberi
di esprimere
le proprie opinioni,
contro il destino
per riappropiarci
della propria vita.
Cerchiamo una lingua
che sia la reale patria
degli esiliati 

Sono quasi fiero
di aver subito violenza

ma di non averla mai inflitta.