Mentelocale in via virle, 26.08.2014
Resoconto poetico
Tema: il dolore
Tanti anni fa
nelle terre del sud
il lenzuolo in macchia rossa esposto al balcone
indicava verginità e illibatezza
la sindone laica del maschio
dove venerava il suo onore virile
arcaismi fossili del maschio che non c’è più.
Propongo un G.P.R
gruppo politico di ricerca
per prendersi cura del comune tra di noi
lunedì 22 settembre in via virle
un primo incontro per orientarsi un po’
per riprendere la parola sulle cose della città
come una nuova armata brancaleone
Due poesie di Holan Vladimir
poeta che ha fatto il turno di notte
nella distruzione di Sarajevo
sulla trincea con la parola
a contrastare la barbarie mortifera.
I bambini
Già da tempo c’è stata la Resurrezione
e già da tempo, subito dopo, ci fu il giudizio!
Ma mentre tu di nuovo
il riscatto cercavi nella malinconia
e la libertà hai trovato nella pazzia -
i bambini non hanno smesso di giocare e non hanno chiesto
se era per la prima volta o qualcosa di diverso…
Il dio del riso e
del canto tramonta
ci porta dolore
spropositato e
ci consegna la cura,
il dolore è a
dimensione soggettiva e
orde di umani tutti
i giorni
sono alla ricerca
del antidolorifico,
ogni giorno
assumiamo il dolore
mio e tuo,
mi guardo allo
specchio e vedo
che il mio dolore è
sempre il piu grande
ma non riesco a
mostrarlo,
a condividerlo con
gli altri,
non vale la pena
sradicarlo che tanto ricresce
bisogna prima
accettarlo e guardarsi
dall’aggressività
passiva.
ho patito dolori di
grado 10 della scala
meno male che c’è
sister morfin
che ha pietà e
sollievo,
va bene anche il
toradol
ma prima abbasso il
sistema immunitario
che fa scattare il
dolore a vuoto,
propongo un gioco di
fiducia
ti bendo gli occhi e
ti porto sull’orlo
dell’abisso
ti faccio vedere il
mio dolore,
mi ricordo da
bambino mi facevo venire la febbre
pur di avere la
minestrina dalla mamma,
brodino colmo di
piacere
che arrivava una
volta caduto malato,
dolore intenso come
l’aroma del caffè,
cerco meccanismo
automatico
di trasformazione
del dolore in piacere,
se sto male gli
altri mi vedono
non sopporto
l’indifferenza
piuttosto fingo di
star male pur di essere vista,
c’è un economia del
piacere
ma non è niente
senza un economia
del dolore,
la memoria del
dolore fa bene
ma non deve impedire
di vivere il piacere.
Il mio dolore pre-ferito
di Enea Solinas
Mi accorgo ogni volta di nascere
quando in vita previene all’io il dolore,
pre-ferendo la stessa ferita che mi nacque
quando nacqui nelle comuni nostre acque,
di cui ci dissetiamo per non morir di sete.
Il mio dolore, così pre-ferito,
si rivela di infinite sete,
in infinite seriche sere
quando dormo, e la vita è in disparte;
ma non dispero, con un po’ d’arte,
presento il futuro nel presente,
e questo, qui e ora, mi consente
di fare, del mio dolore preferito,
un verso, un dono, un presente,
che ti regalo pienamente
perché grazie a te esso sente.
Si chiamava, così, un tempo «dolore»,
questo gesto, questo battere del cuore.
Un caro saluto a
tutti,