Mentelocale 19.08.2014
Resoconto poetico dell'incontro
in via virle21, ospiti
negli spazzi di Segnali
Tema pasoliniano: li, dove Dio non è!
Sento l’ambulanza che mi chiama:
Niiiinooo, Niiinooo!!!
Porto messaggi di salute
da chi non conosce il proprio essere,
è lontano il reale tempo umano
si propaga fin “dove il dio non è”
il panico fa si che dio si ritrae da me
si allontana perché ha paura dell’angoscia
ma li dove dio non è c’è il mistico,
ospitiamo l’altro e dio ci perdona
ci appare e ci parla nei sogni rari
ma mi chiedo
noi siamo il sogno di una farfalla
come dicono i cinesi o
siamo il sogno di un entità gigante
come dice Nino?
Per un anno sono stato chiuso
nel Fatebenefratelli
e io nel Mauriziano
meno male che sono uscito
ma non so come,
sogno a tutto spiano
da sveglio e dormiente
creo ponti tra realtà e fantasia
sono il pontefice del quotidiano
il Francesco di noialtri,
sto annaspando alla ricerca dell’autostima
sto in riva al fiume e
aspetto che passi
il cadavere di me
stesso,
sognare che cosa?
Sognare il sogno,
dio è morto e
i nuovi dei non sono ancora arrivati
hanno perso il treno dal aldilà,
dove abitano,
dove abita il tremendo,
dove stanno le domande
che non trovano risposte,
li dove c’è il vivaio del caos.
Vivadio
ho un io nel vivaio
non so se cresce,
ogni tanto si dissolve
e mi trovo
dove dio non è,
la melanconia,
la follia,
partono dalla perdita del io
come nel sogno
oscura la loro formazione
non abbiamo bisogno della loro interpretazione
ma della loro possibile traduzione,
chi è stato dove dio non è e torna
cerca la parola e non la trova,
non dice ma mostra
dove non c’è io ci può essere un noi.
Fermati un attimo
sento il flusso aggressivo
circola vorticosamente
viaggia sulle nostre parole
sul pregiudizio della melanconia assassina
parole come lame
fa male la lingua pronunciarle
forse la voce parola diventa aggressiva
quando non trova orecchio
per essere accolta,
il gruppo diventa violento
quando non lascia una sedia vuota
per l’ospite inaspettato,
quando non si concede
agli ospiti silenziosi,
quando si autoriflette e
si perde nei giochi di specchi
degli io infranti.
Li dove dio non è
è una frontiera,
del esistenza
ma anche dei corpi concreti,
c’è bisogno di molto di più
di una mappa psicogeografica,
abbiamo bisogno di mezzi di trasporto
(le famose metafore)
che permettano di abitare la frontiera
almeno andata e ritorno,
agili e non escludenti
senza praticare il pregiudizio,
cosi accogliamo uno che viene
da li dove dio non è.
Bellissimo!!!
RispondiEliminaAndrea