Laboratorio urbano - Mente locale

Il Laboratorio urbano - Mente locale è una iniziativa di auto mutuo aiuto che nasce tra i servizi della salute psichica e mentale del ASLTO1 di Torino. Inizia le sue attività il Giugno del 2000 e ci si incontra una volta alla settimana il Martedì mattino dalle 11.00 alle 13.00 circa, a Cascina Roccafranca, via Rubino 45, Mirafiori nord, Torino. Chi vuole sapere di più può scrivere a :laburb@libero.it




venerdì 27 aprile 2012

Voci dalla Toscana e Cascina Roccafranca




Mente locale
in cascina roccafranca
poiché l'unica prevenzione
è la contaminazione,
non va bene 
la delega in rapresentazione
perversione dell'istituzione,
 dal 1977
rosario ci trasmette un manifesto
per l'attività terapeutica popolare,
per uscire dalla crisi del capitale,
mentre veronica
riporta le voci dalla toscana
e regala una
ad ognuno di noi,
una voce sulla crisi e
su come uscire dalla crisi.

Io credo nella crisi,
il mio dottore non l'ha mai sedata
ha solo controllato il mio dolore
quando era talmente forte
per cui scappare dal mondo
era più facile
che rimanervici.

La crisi,
la follia
non è un momento di sragione
ma di una ragione altra
che se superata
può assurgere all'individuo
superiori livelli di coscienza e conoscenza.

Perché essere normali?
Che cos'è la normalità?
Io sono contento di come sono sa
ho la mia vita
prendo le mie pasticche
stiamo parlando di servizi, di diritti
stiamo parlando di grandi sofferenze
di persone che tolgono le cose più care
non stiamo parlando di normalità.

Con un colpo di dadi
decostruiamo il punteggio 
psichico e mentale,
chi decide se sono grave o no?

Basta!
Scardiniamo la consuetudine
che sia lo psichiatra
a parlare per noi!!

La persona è definita in base alla sua diagnosi,
ma chi lo dice!!?
E' una costruzione storica.

Ma Gianluca,
pensi che io e te
siamo sullo stesso livello?
Io sono il dottore e tu il paziente
io decido e
tu devi prendere le medicine.

Ma si faccia curare!!

E' la persona con il problema
che deve consigliare il medico.
Ovvio che ci deve essere negoziazione ma...
stop al paternalismo.

Troppo paternalismo!!

Quando l'ultima parola è dello psichiatra
come si fa?

Traslochiamo
e puntiamo altrove
altre idee per altri luoghi
si diceva una volta.

Tu sei malato e lo rimarrai
perché non c'è una terapia
che ti possa far tornare normale,
non ho mai voluto il pietismo
io volevo lavorare e rifiutavo il sussidio
ma poi ho dovuto chinare il capo e
prenderlo sto benedetto sussidio!
Ed è iniziato il mio inferno!!

Assenza di consiglio
è un'arma a doppio taglio,
io odio essere consigliato!

Non vogliamo essere aiutati
ma difenderci!!

Bisogna cercare
di essere tra pari e 
rispondere alla crisi dello stato sociale,
energie liberate,
piccole forze che nascono
dalla vita quotidiana,
anche gli ultras genoa si ribellano
ascoltando Freire.

Ci chiamavano matti?
A Cèchov, reparto n° 6
ospedale psichiatrico di Arezzo 1077:
"quando vi si dirà che
siete un pazzo o un criminale
sappiate che allora voi
siete incapati in un cerchio magico
dal quale non avrete più modo di uscire
farete dei tentativi per uscire
e non otterrete che perdervi peggio!!" 

Siamo stufi che qualcuno parli per noi
voglio poter decidere
la direzione della mia vita.

Ho due pensieri che mi pensano
uno che i figli
sono più avanti di me
hanno radici comunitarie
cerchi magici rotti
e ricostruiti altrove,
due c'era il manicomio
l'estinzione dei dinosauri
degli zingari ed ebrei,
lager manicomiali
per gli impuri e i contaminati,
ma i sopravissuti
dove sono finiti?
Ricoverati nei repartini
tra protezione e mistificazione?
Mele marce contaminanti
pericolosi per sé e per gli altri?

E' difficile entrare
nella testa delle persone,
non puoi mai capire tutto,
meno male che c'è stata la 180,
non va bene la protezione continua
ci va la contaminazione positiva.

Io odio la parola utente!!
il mondo dell'informatica si divide in:
administrator
coloro che gestiscono i programmi
utenti
fruitori passivi,
beh è arrivato il momento
di passare ad essere
gli amministratori delle nostre vite.

La mansuetizzazione sociale della follia!

Non è questo che io voglio!
Voglio tornare a spendere
la mia vita in modo giusto! 

Parlo per me
chiedo aiuto
ai servizi
per decodificare
ceri messaggi e situazioni
conflitti e frustrazioni
senza soluzioni
come ne esco fuori
dal vaso di pandora?
Vedo Verdone paranoico
e mi ci vedo
tra sacchetti mancanti
e amicizie paranoiche,
ma senza farmaco
riesco a stare?

Esco dalla crisi
divento facilitatore
del disagio altrui
ma mi chiedo
dove sono finiti
i residui manicomiali?
Dentro di noi
al angolo custode.

Liberi
di esprimere
le proprie opinioni,
contro il destino
per riappropiarci
della propria vita.

Cerchiamo una lingua
che sia la reale patria
degli esiliati.  



Traslochi






mercoledì 11 aprile 2012

Il richiamo della violenza


Ho conosciuto una prostituta
ho fatto da tassista
portavo lei e le mie paranoie
in giro per la città,
certi giorni ero Rocky
combattente,
benzina, taxi e delirio in rete
tra papponi, bar e risse
paesaggi tangenziali e parchi periferici,
li, in un coffeshop, ci si ritrova
tra simili e problemi mentali,
rimango con la macchina in panne
senza benzina,
malinteso e ambiguità
tra magnaccia e ragazze,
quasi investito
sicuramente minacciato,
"gira alla larga"
lascio perdere con le mani alzate,
ritorno all'indomani mattina
per recuperare la macchina
e le mie paure.
Soffro di paranoia!!!

Fumo le canne e
mi vengono le paranoie,
vedo squali con sembianze umane,
sento il richiamo della violenza e della vendetta,
spallegiatto dai gruppi d'attacco autonomi o 
dagli ultras toro,
alleati preziosi
per diventare il nuovo taxi driver,
il vendicatore dell'innocenza offesa.



Violenza
capogiro e svenimenti,
sento un senso di colpa terribile
per non essermi difeso
in un lontano febbraio dell'88,
in uno dei repartini della città,
vedo il film della violenza
arancia meccanica
sadismo criminale e perverso
ruota che gira
lavaggio del cervello istituzionale
il lupo che diventa agnello
e la vittima che diventa carnefice.

Circuito della violenza
alimentato da corpi esausti e aggressivi,
ho studiato vittimologia e arte terapia
rabbia profonda e lontana
è meglio evitare la violenza,
Gesù ha detto di porgere l'altra guancia
ma cosi non si progredisce il mondo,
come la mettiamo con i nazisti e i fascisti
applicando alla lettera il vangelo?

Sono quasi fiero
di aver subito violenza
ma di non averla mai inflitta.

La violenza è insita nella natura
applico la violenza a dosi controllate
per motivi di sopravivenza.



Non si può rispondere
violenza alla violenza
bisogna sottrarsi,
la violenza il più delle volte 
si accompagna dalla stupidità
producendo danni immensi,
il problema maggiore della violenza
è la stupidità.

Violenza
emozioni represse
automobilisti guerrieri violenti
cloni scadenti di mad max
armature offensive su quattro ruote,
quando ero piccolo a scuola
le prendevo e le davo,
era una cosa democratica.

In casa ambiente violento
cresciuta con le botte
picchiata senza motivo
ho chiesto aiuto per 
non perpetuare la catena,
violenza della diagnosi
violenza psichiatrica,
amore filiale per l'educatore
che ha smesso di essere tale
e non so più cosa fare,
l'altra sera in teatro
andava in scena il suicidio
e a me ritornavano le immagini
della doccia in repartino,
mi capita di andar in visita in casa altrui
ed è come una visita al cimitero
sento la morte dei luoghi
traslocare le emozioni
riorganizzare i pensieri.



Violenza e non violenza
uomo nero e paura
sensi di colpa e rimorsi di serpente
bisogna schivare i colpi
ma non restituirli,
violenza e controllo
e sperare nei demoni che ci governano,
intanto i ricchi e i potenti
pagano i sicari
per non sporcarsi di sangue.

Litigi e violenza
tra madre e padre,
distruzione reciproca,
odio il padre e gli uomini
ma non era la mia strada,
applico una violenza 
quasi chirurgica
su me stessa,
e meno male
che ho capito
che neanche questa
era la mia strada.


giovedì 5 aprile 2012

Fiducia,legalità, democrazia

Mente locale 03-04-2012
Resoconto poetico del gruppo
Tema: fiducia,legalità, democrazia



I sovrumani silenzi
si rompono in Cascina Roccafranca
cerchiamo l’inizio di una festa
che non finisca mai,
cerchiamo accoglienza e
una finestra sul quartiere.

Fiducia, legalità e democrazia
ma non sul posto di lavoro,
ma non nelle famiglie,
anzi,
uno morto, e due salvi per miracolo
dopo una caduta da trenta morti,
proprio l’altro ieri a Torino,
morti sul lavoro, morti bianche
come se la morte non fosse sempre nera,
amore criminale, slogan televisivo
ha fatto fare ad Alfina un volo dal terzo piano
proprio qui, in via Dina, alla porta accanto,
da Juàrez a Mirafiori nord
un femminicidio planetario.

Oggi bisogna considerare
il dott. Befera
un eroe contemporaneo,
contro l’evasione fiscale
prima piaga sociale,
sento in radio
che gli operai
guadagnano più dei padroni,
viviamo in un mondo alla rovescia
e la cosa grida vendetta,
corruzione, nepotismo ed evasione fiscale
non c’è più giustizia sociale.

La democrazia è un trucco
tra maggioranza e minoranza,
è una questione d’elite,
se l’uno non è libero
non lo sono neanche i molti.

Democrazia
strada maestra
per l’indipendenza e l’autonomia
per l’autodeterminazione dei popoli,
democrazia
argine forte alla pornocrazia,
al servilismo della plutocrazia.

Vi racconto
la non-democrazia,
eravamo tre sorelle e
io l’ultima, forse
la non desiderata,
nella mia famiglia
mi sentivo abbandonata,
faccio la mia di famiglia,
mi sposo ma ancora
non c’è democrazia,
io accettavo,
subivo decisioni altrui,
madre divento
di due splendidi figli,
e peggiora la democrazia
sia come madre,
sia come donna,
sempre in subordinazione e
mi ribello,
grandi cazzate e
finisco paziente psichiatrica e
mi trovo senza famiglia,
senza star bene con me stessa
ecco la mia non-democrazia.

Senza regole
non c’è democrazia,
tra anarchia e tirania
c’è la psichiatria,
ho fatto il soldato
ho la patente
ho due qualifiche,
ma dicono che sono pazzo,
e i genitori della mia ragazza
mi pregiudicano,
dicono che sono pazzo e
non vado bene per lei,
questo mi fa star veramente male,
il pregiudizio e la mancanza di fiducia.
Sfasciare le porte
per farsi ascoltare
diffidente e permaloso
difficile rimettersi in gioco,
non poter nutrir fiducia
in primis al proprio io
e poi agli altri fa rabrividire.

Fidarsi è credere
nella bontà altrui
fiducia e difesa
premio e punizione
meglio soli che mal accompagnati
ma io mi voglio fidare
perché la fiducia è una bellissima cosa
però
bisogna fare attenzione.

Cerco di avere
una fiducia moderata
in me stesso


Non c’è democrazia
tra le mura domestiche
e neanche nel linguaggio,
tra le parole,
paziente psichiatrico e delirio
sono parole ormai antidemocratiche
nascondono e nutrono il pregiudizio,
bisogna spaccare le parole
o inventarne delle nuove,
non c’è democrazia
neanche dentro di me,
nella mia interiorità
abitata da maggioranze e minoranze,
c’è un io tirano
non c’è democrazia.

In teatro porto il suicidio
suicidio tra i giovani
tradimento totale della fiducia
un amico suicida
volevo trovare una risposta
ma ho trovato una favola,
fatta di gesti, oggetti e parole
c’è chi parte e c’è chi resta
e a quest’ultimi gli rimane una domanda
senza una possibile risposta.

Ma la democrazia,
sarà mica una malattia?