Laboratorio urbano - Mente locale

Il Laboratorio urbano - Mente locale è una iniziativa di auto mutuo aiuto che nasce tra i servizi della salute psichica e mentale del ASLTO1 di Torino. Inizia le sue attività il Giugno del 2000 e ci si incontra una volta alla settimana il Martedì mattino dalle 11.00 alle 13.00 circa, a Cascina Roccafranca, via Rubino 45, Mirafiori nord, Torino. Chi vuole sapere di più può scrivere a :laburb@libero.it




venerdì 17 febbraio 2012

L'ansia parla delle cose scomparse

Mente Locale14.02.2012


Fungiforme è la sintesi
della mia vita,
vivere con stupore come un bambino
e la consapevolezza di un adulto.
Le mele mature e i funghi
sono tesori da condividere
con una civetta dai grandi occhi.
Quando si ama un amico
lo si lascia essere felice.
Fabbricarsi le cose da soli,
i maghi siamo noi.
Casomai quando iniziamo
ad aiutare gli anziani che
hanno davvero bisogno?
E’ per questo che parlo sempre,
parlo delle cose scomparse e
che vorrei far ritornare.
Penso che vorrei morire
e qui c’è l’incontro con la mia famiglia,
madonnari e artisti.

Prego Dio,
ma non lo riesco a incontrare,
resta lontano.
Nella morte non si parla
ed è pure superiore a Dio.
Ho paura che se entro dalla porta
poi mi perdo
e io denuncio tutti
se non trovo la sicurezza personale.

600 sogni da sognare,
una camicia non basterà
per leggere con gli occhiali da sole.
Il medico, con l’insieme,
cura la malattia.
L’incantesimo dei bei discorsi
dona saggezza al corpo,
come il farmaco
è il veleno e il contro veleno.

L’affetto è la prima cosa che conta,
più del farmaco.
L’ambivalenza del farmaco della vita
divide ma non rinforza Hannibal.
Inciampo pensando a cosa
serve la psichiatria, e
mi attorciglio nella rabbia di Hodgkin.
Il sistema immunitario
mi attacca al quarto stadio.

La pallavolo brucia gli zuccheri
e assediamo Palazzo della Regione,
Cota lo facciamo caposcala.
L’urlo sveglia e spaventa
e spegne i sogni.
Sottomissione alla scrittura dei pensieri
e la trepidazione del mattino.
Senza farmaci non sarei vivo.
Sono solo come un pellegrino e
non ci scambiamo i numeri di telefono,
col salto del canguro morto.
Solo un animale agisce così,
ma a quest’età è permesso
se no, sai che lagna!
La perdita di bellezza
è un dolore grande, cosmopolita.

Cloni puliti e cloni sporchi
con cervelli psichiatrizzati,
secondo la teoria dell’occhio hitchcockiana.
Voglio assaporare altri pani meno amari,
come un centro sociale
e non psichiatrico.
La coscienza viene fuori
come la caramella a teatro,
tra una cioccolata e una mandorla.

Il medico ha azzeccato la cura,
senza esserne fuori.
Nel disorientamento
ci prendiamo cura.
Io non sono così,
faccio il medico di me stesso.
Ho smesso l’ansiolitico
dopo aver guardato
nel vocabolario.
L’ansia dimentica
la coscienza testuale,
gli opposti e i differenti di Platone
offrono un tampone esplosione.
Sento ancora l’ansia
perché me la autoproduco,
il gruppo ha assorbito
o meno l’ansia.,
Sono fatti tuoi e
adesso gli spacco la faccia.
Essere con l’ansia ingiustificata
provoca mal di stomaco
e chiedo serietà.
Vivere così fa consumare energie
e la valutazione esagerata
la sento vera, è la mia.
Le tecniche antiansia
non vengono insegnate,
ma strusciate.
Provo a chiedermi che
grado ho sulla realtà
stringendo il raggio.


Il sonno della ragione
genera i mostri
diceva Goya,
ma i mostri veri
vengono dalla veglia.
Abbiamo perso la
capacità di smarrirci.
L’ansia è come un conflitto
fra entità da nutrire
e un busto di marmo.
L’ansia di Derrida
giudica noi stessi e gli altri.
Il demone è la malattia.
Lo stupore per la meraviglia
che fu l’irreparabile.






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