Laboratorio urbano - Mente locale

Il Laboratorio urbano - Mente locale è una iniziativa di auto mutuo aiuto che nasce tra i servizi della salute psichica e mentale del ASLTO1 di Torino. Inizia le sue attività il Giugno del 2000 e ci si incontra una volta alla settimana il Martedì mattino dalle 11.00 alle 13.00 circa, a Cascina Roccafranca, via Rubino 45, Mirafiori nord, Torino. Chi vuole sapere di più può scrivere a :laburb@libero.it




mercoledì 4 gennaio 2012

L’aura, l’imbuto e il sessos

Mente locale 29.11.2011
L’aura, l’imbuto e il sessos

L’imbuto della modernità
e Laura non c’è.
L’aura è stronza e
al contempo spirito dell’anima.
E’ una donna, si prende ciò
che si vuole e la si lascia lì.
L’aura avvolge i sacrifici
per riprendersi le sue virtù ma
la si annienta con la masturbazione.
La donna non perde semi e
fa l’amore, ma non sul pulman.
Le sintonie provocano
i guardiani del destino e
l’accadere degli dèi,
come il destino dell’eroe
nella tragedia.
E se il demone ci chiedesse
di ripetere la nostra vita adesso,
risponderemmo in un altro modo,
ma non tutti.
La cura è dentro noi stessi.

Anche l’incontro con una persona
negativa non è casuale e
la brutta abitudine all’errore
porta mal di pancia dolorosi.
A Pasqua ti potrò rispondere.
Eros e Sessos,
soprattutto quello pornografico.
Non aspetto la guarigione
dagli altri ma la società
non gira l’imbuto.
Sopportare chi ha l’aura
negativa o andarsene.
[Speriamo se ne vadano
i controllori dal quattro].
Il distintivo d’invalidità
e quello militare,
altro che stringere la mano.
Da solo riconosco la mia aura.
Le due auree al cimitero
si sono coese e abbandonate.
La semplicità
porta all’abbandono e alla cura,
ecco la mia cura.
Ma l’abbandono
non è arrendersi.
Il suicidio assistito a pagamento
e quello per i poveri sotto il camion.
La mia adorata moglie e
la mia adorata madre
sono la mia ragione di vita.
Toscanini antifascista
rifiuta “Giovinezza”,
Fortwangler nazista no.
Stimo valdesi e comunisti,
e voterò De Magistris
sindaco di Napoli.

Propongo una storia
a proposito di
abbandono e cura, ecco
perché non metterò più
in mano agli altri la mia vita.
“Tutti quelli che hanno le ali
desiderano volare”
disse l’allodola.
“Noi siamo di terra e ci piace
mangiare”, ribatté la tartaruga.
Per vana gloria
mi sono fatta tartaruga
rinunciando alla mia natura.
Mi crogiolavo nell’imbuto
del centro diurno.
L’operatore mi prendeva
in braccio e lui faceva tutto.
Oggi non voglio più essere passiva e
il centro diurno è diventato
un pronto soccorso
coi suoi codici.
Riprendiamo la vita in mano
senza strapparsi le ali.
Son caduta e mi rialzo,
e questo arricchirà la mia vita.
Necessito l’accompagnamento
nella strettoia dell’imbuto,
ho lasciato l’accudimento.
Un percorso che finisce e
si scende dalla pece,
respirando salvezza.
Tante sfighe, come
la psichiatra a volte
ci fa allontanare
dalla nostra aura e
il compito
del nostro destino
si allontana.
La via della guarigione
c’è già,
occorre riconoscerla.
Nell’acquaviva brasiliana
una freccia nel punto
più profondo della parola.
L’armonia della disarmonia.
Non voglio ciò che è fatto,
ma quello che tortuosamente
ancora si fa; anche se ti
strappano le penne ma
preferirei di no.
Rischierei la perdizione eterna
nell’usare la mia porta di sicurezza,
tradendo la divinità
che porto dentro.
Le frasi di Shakespeare
mi hanno incantato e
io sono tranquillo.
Larva, farfalla, leone
e iena: una o nessuna
ma non tutte insieme.
Il fiocco di neve
colpisce tutti.
Rimani quello che sei,
è la morale della storia.
Fra cinque minuti
tenterò di essere qualcosa di diverso
nella dissociazione quotidiana.
Mi sento l’allodola che
ha le piume
ma non riesce a volare.
Colpa del cuculo.
Il cuculo porta
specchi spettri.
La capacità di scegliere
discerne
l’essere scelti.
E’ nato Tommaso,
ma non ci credo.
L’ultima forma umana
è la follia,
non la vogliamo interrogare
e non ci vogliamo stare
ma saremmo senza
rapporti umani.
Vorremmo volare e
il gruppo non ha capacità di farlo.
Ma noi riusciamo a viaggiare
restando nella nostra stanza del crimine,
sappiamo volare
ma c’è paura di cadere e
le parole possono far cadere.
Quella metamorfosi è una parte nostra.
La nostra identità deve espellere
tutto ciò che non va bene.
Siamo jolly e intravediamo
la luce e la vita
è un sorriso divertente.
C’è un filo che mi attrae per
camminarlo.
La vita dall’alto restando fermi,
ma orientandoci nel buio.
Non voglio ripetermi perché
ho causato troppo dolore
e Ligabue vive da star.
E chi lo dicembre lo è
mille volte più di me.
Glassenait a tutti.

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