Laboratorio urbano - Mente locale

Il Laboratorio urbano - Mente locale è una iniziativa di auto mutuo aiuto che nasce tra i servizi della salute psichica e mentale del ASLTO1 di Torino. Inizia le sue attività il Giugno del 2000 e ci si incontra una volta alla settimana il Martedì mattino dalle 11.00 alle 13.00 circa, a Cascina Roccafranca, via Rubino 45, Mirafiori nord, Torino. Chi vuole sapere di più può scrivere a :laburb@libero.it




lunedì 30 maggio 2011

Abitare la frontiera :il piccolo chimico




Mentelocale 24.05.2011
Frontiera e farmaco

Abitare la frontiera
a Cascina Roccafranca,
il farmaco
un rimedio o un veleno?
Il medico
eliminatore del dolore,
un sciamano antalgico,
a lungo andare
si produce
una benzomutazione genetica
meno male che c’è l’anima
voce viva della coscienza
entusiasmo della mania
passaggio di frontiera
sulle chiome bionde dei polacchi.

Kafka
specialista
dei passaggi
di frontiera.
Passo su passo
occhio su occhio
la metamorfosi,
abitare l’inferno,
grotte buie,
stravaganti e pericolose,
rifugio di animali malefici,
locus orribilis
dove abita l’Angoscia
e la sua sorella più piccola
l’Ansia,
dipingo le grotte
come se fossero
le nostre tombe,
non facciamo
trapianti e clonazioni
speriamo in dio che verrà.

Tu sei lo sciamano
e io il caimano,
Clarice Li Spector
scriveva col corpo
non usava la parola fallica
che ha una funzione penetrativa,
ma al mattino
tutti insieme
possiamo parlare
dei nostri deliri notturni?

Soggetti euforici
raccontano storielle
tutte colorate
rosse, verdi e blu
lastre colorate
ridotte a pezzi
che all’improvviso
si trasformano
in Gesù Cristo,
da frammenti sofferenti
a totalità gioiose.

Tracce e solchi di
forme evanescenti,
scendono le lacrime
per dissetar i campi,
immagine di un momento,
scrivo sotto dettatura
senza saper chi detta.

Abitare la frontiera
la casa, la stanza
con l’ausilio del farmaco,
il cielo in una stanza d’isolamento,
scrivere le proprie memorie
col sangue e l’inchiostro,
sogno un onda
che va e viene.

Il farmaco,
veleno per uno
rimedio per l’altro,
vale obbligare-convincere
l’altro
a prendere il farmaco?

Ecco cosa mi è successo,
abitavo tra gatti e cani
e volontari animali,
mangiavo le loro scatolette,
almeno i gatti mi hanno voluto bene,
dal gattile al Mauriziano
e da li a Villa Cristina
per 280 euro al mese,
questa è la frontiera.

La potenza del farmaco
zittisce il corpo
meglio accettare per un po’
il disordine interiore,
abitare la differenza.

Non mi piace
la parola farmaco
preferisco l’omeopatia,
mi tengo il dolore
e non prendo il farmaco,
mi faccio operare
senza anestesia.

Ho preso i psicofarmaci,
con l’omeopatia peggioravo,
vado in crisi
ed ecco il repertino
e psicofarmaci,
tutta una serie di sintomi
e effetti collaterali,
mi dico:
bevi il tuo veleno tutte le sere,
e dopo molte ma molte sere
stavo meglio,
inizio a scalare
ma peggioro subito
e riprendo i farmaci;
ecco come si abita la frontiera
tra normalità e follia,
usando i farmaci.

Il farmaco necessita
del somministratore,
lui sa e io,
anche se so
oggi non dico niente,
medico, madre o amico
chi somministra sa
e io è meglio che obbedisco,
è come avere un amministratore
del tuo condominio psichico.

La fede come farmaco
è la disperazione degli atei
che cosi non guariscono mai,
mantra e sai baba,
maestri spirituali
sono meglio della lilly e della bayer,
non so voi
ma io sono seguace della scienza
di Mimi Ayuhardica
spacecake e dosi minime di canapa lassativa,
il farmaco qualcosa ha fatto
ma mai come mentelocale.

Da quattordici anni prendo il risperdal
senza effetti collaterali
e sto bene.

Sono un piccolo chimico,
troppe medicine
mi hanno trasformato
da piccolo principe
al piccolo chimico,
Haldol decathlon
non lo sopporto
ma loro non si fidano,
l’haldol porta
la stipsi del corpo,
e poi devi andare
giù con i lassativi.

Sudditanza al farmaco
dipendenza dal farmaco,
tutte le mie speranze
sono basate sul farmaco,
per la stabilità chimica
si crea un contenitore delle emozioni
se no straripa la rabbia,
attraverso il farmaco faccio i compiti,
mi aiuta a sopravvivere.

Siamo noi stessi
il farmaco;
rimedio e veleno
per noi stessi.

Non ho mai preso medicine in vita mia.


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