Laboratorio urbano - Mente locale

Il Laboratorio urbano - Mente locale è una iniziativa di auto mutuo aiuto che nasce tra i servizi della salute psichica e mentale del ASLTO1 di Torino. Inizia le sue attività il Giugno del 2000 e ci si incontra una volta alla settimana il Martedì mattino dalle 11.00 alle 13.00 circa, a Cascina Roccafranca, via Rubino 45, Mirafiori nord, Torino. Chi vuole sapere di più può scrivere a :laburb@libero.it




giovedì 17 dicembre 2015

Farmaco e angoscia o non saper più amare




Stamattina
mi son messo in giaca e gravata
da economista serio
bisogna avere l’abito da leader
finchè l’abito fa il monaco
come l’umore dipende dal farmaco,
si ho preso i farmaci
per porre limite al contatto con me stessa
col risperdal potente
emozioni spente,
si l’ho preso il farmaco
ma non mi ricordo
hanno una funzione mnemolettica.
Ma la domanda è
come facciamo a stare o a uscire dall’angoscia
senza il farmaco?
Ci ho provato
con sostituzioni
invece del farmaco
mi sparo la musica a palla,
ci provo con la marijuana e
l’erba genuina
il mio gatto preferisce l’erba cipollina,
rilassamento e dissociazione
ma possiamo far dipendere
il nostro benessere
dal consumo di un erba?

Studio
mi faccio dei pensieri
dopo un po’ il cervello si fonde
fuso dal troppo pensare
fumo e sono fuso
studio penso e sono fuso
ritorna la questione della dipendenza
da sostanze, relazioni, ossessioni
una dipendenza in declinazione ambigua
come il padre che ci ama ma ci castra
abbiamo da fare con il farmaco diffuso
accade che
prima trovano il farmaco e poi creano la malattia
farmacodiffusione estesa
perdita di senso allargata
fine del novecento con le sue certezze utopiche
anche se esco dalla dipendenza
rimane sempre uno scarto
siamo sempre eteroguidati
non c’è autonomia,
sono convinto
che c’è una forza superiore
che ci controlla
si, sono un complotista
e rivendico la paranoia,
succede che divago nella notte
faccio nottata
ripercorro i prericoveri
c’è sempre una costante,
non sento il me del passato
non mi piace il me del presente
spirale discendente
cosmo impacchettato
dalla politica alla teologia
una foresta di simboli
perdo l’anima
e non so più amare,
fai cosi, grida
ridatemi la mia anima,
invaso dal dubbio,
dubbio cosmico,
mi sento
tra mara-diavolo e
budda-simbolo


il dubbio di non saper amare,
non si guarisce dall’angoscia
urlo contro dio
contro il mondo che mi ha spento l’anima
sono centrato e
sento una profonda solitudine,
senza neanche l’ironia
mi sento fottuto dal sistema
potuto in godimento
angoscia e religione
è l’angoscia di morte
che spinge l’umano
a far crescere dio
ma morto dio
ci rimane solo il povero io
che soccombe all’angoscia
ma mi chiedo
morto dio ci rimane
solo il farmaco
per uscire dall’angoscia?
Dio non è morto
si è dissolto in tante piccole divinità
che portano caos, confusione e angoscia
iodiominore
mi sento animale sgozzato
sacrificato
ho sacrificato l’anima al dio eros
e lui mi ha ripagato
voltandomi le spalle
anima persa
sento di voler amare
ma di non sapere amare,
prericoveri metafisici e
pensiero magico
invaso dalla simbologia degli dei caduti
simboli inerti
sono stato con mezza Hollywood
e adesso mi sento un po stanco
voglio una magia ecosostenibile
ricordo il reparto e il cortile
tanti pazienti, operatori, si parla
do subito del lei per tenere le distanze
qualcuno mi dice diamoci del tu e
subito mi trovo a mio agio,
sento le coincidenze e corrispondenze cosmiche
applicavo la regola
segui il primo che passa
e arriverai dove vuoi,
vedo tutti i passanti che piangono
lacrime amare,
come centra il sacrificio?
Le lacrime e il dolore sono il sacrificio del io
per uscire dalla frammentazione e
riassaporare l’unità,
forme di comunicazione differenti
smaterializzazioni improvvise
partenze inavvertite
siamo in piena crisi della presenza
si, sono poca cosa
ma sei tu che non mi vedi.

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