Laboratorio urbano - Mente locale

Il Laboratorio urbano - Mente locale è una iniziativa di auto mutuo aiuto che nasce tra i servizi della salute psichica e mentale del ASLTO1 di Torino. Inizia le sue attività il Giugno del 2000 e ci si incontra una volta alla settimana il Martedì mattino dalle 11.00 alle 13.00 circa, a Cascina Roccafranca, via Rubino 45, Mirafiori nord, Torino. Chi vuole sapere di più può scrivere a :laburb@libero.it




mercoledì 3 settembre 2014

Un uomo dagli occhi rotti, sull'arte di Cosimo Cavallo



l'11 Settembre 2014 ,

 presso la Galleria Rizomi,
 in via Sant'Agostino 8, 

la mostra su Cosimo Cavallo. 

"Un uomo dagli occhi rotti, sull'arte di Cosimo Cavallo" 

Sarà pubblicato, in quel contesto, un catalogo
scritto da Luca Atzori e introdotto da Roberto Beneduce
ecco alcune anticipazioni. 

 "Viviamo in un grande ospedale chiamato occidente,
dove ogni percorso conduce alla moneta.
 Questa condizione ci porta a limitare i nostri passi
sopra sentieri miseri, brevi.
Pensiamo al nostro pianeta.
 È vasto, ma ci muoviamo in massa sopra punti ristretti,
 avanti e indietro,
tutto per rimanere confinati entro quel territorio.
Tutto perché abbiamo paura di perderci.
 E abbiamo ragione.
Senza quei sentieri ci perderemmo e
nessuno di noi lo vuole.
Ma ci sono sentieri più vasti da percorrere.
Sentieri dei quali non possiamo essere coscienti,
 perché se lo fossimo, forse,
 qualcuno chiamerebbe i carabinieri.

Questo art dossier non è dedicato solo a un artista,
ma soprattutto a un mistico nostro contemporaneo.
Si chiama Cosimo Cavallo, alias Fabio Elettroni.
È nato a Torino nel 1968 ma ha origini pugliesi, di Taranto..."

"Capita spesso di incontrarlo per la strada.
Lo si nota per la sua abitudine a gridare nel vuoto,
rivolgendosi a personaggi invisibili.
 È barbuto, porta sempre una camicia haiwaiana.
 Ha lo sguardo profondo.
Somiglia a un patriarca antico-testamentario
(così come possiamo immaginarcelo).

Lui si definisce un buddista. Lo intende in senso antico. Iniziatico.

A vent’anni è stato “salvato dai surrealisti”.
Il tutto poi è sfociato in una tesi presentata all’accademia delle belle arti
sul concetto di superficie nel cinema di Fellini.
 Un innamoramento (senza cuore) il suo,
 per la falsità."

"Lezione di Cosimo Cavallo su Max Ernst:

Ho comprato una coppetta di vecchio zinco
che ho chiamato il calice di cristo.
L’origine colpibile dell’affetto che è l’amore.
Quando abbiamo a che fare con Max Ernst
abbiamo a che fare con un artista strano.
Per capirlo dobbiamo essere stati scelti
come esseri creati per Dio.
 Increati fattori esistenti.
E poi dopo Dio si arriva a chiacchierare.
E prima di Dio esseri morali che
 hanno chiesto alla Signora Vergine
“cammina te che cammino io”:
le moltitudini..."

"Cosimo stesso intuisce il potere istituzionale dei significanti, infatti si riferisce costantemente ad essi per trovare orientamento, in quanto rappresentano la reazione all'Altro, ovvero l'attività dell'inconscio come luogo di eterogenesi dell'accadimento. “Sede della blasfemia” ama chiamarla, origine del trauma come atto incontrollato di cui rendersi colpevoli per poter meglio conservare l'ambiente, così da permettersi costanti atti di inaudita Violenza Culturale..."

"In Caravaggio
ama il sacro che
si manifesta attraverso la luce
(esempio lampante ne è la vocazione di San Matteo)
dove l’effetto d’ ombra
segna sempre la presenza
di situazioni reiette,
 rese incantevoli
attraverso la fenditura
che rende visibile, fra i colori,
la soggettività estetica dell’artista milanese.
In Rembrandt ama il suo “buddismo”.
Il suo restare nell’ombra
come a fondersi con essa,
e così agire, facendola agire.
Un buddismo dove
per districarsi
bisogna muoversi
attraverso il caos e l’angoscia.
Rembrandt come artista
che accetta l’angoscia e non le da tregua.
Grande
 per la sua mancanza di consolazione. (...)"

" In Duchamp ama il calcolo."

Tratto da "Un uomo dagli occhi rotti" di Luca Atzori


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