Laboratorio urbano - Mente locale

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mercoledì 10 agosto 2016

La città dell'accoglienza di Wolfgang Schäuble



NASCE LA CITTÀ DELL’ACCOGLIENZA
Presentata oggi la nuova visione europea proposta al termine del consiglio straordinario dei ministri della UE.

BRUXELLES – 9 AGOSTO 2016. Il ministro plenipotenziario dell'economia e degli interni della UE, Wolfgang Schäuble, affiancato dal presidente del consiglio della UE Jean-Calude Juncker, e dai ministri e capi di governo degli stati membri, ha fieramente presentato il nuovo piano per l'immigrazione, da lui stesso approntato, dopo l’ultima emergenza 2.0 di questa settimana.
Si tratterebbe non più della creazione di «hot spots» isolati e dispersivi, ma di una vera e propria città ideale d'ingresso, una Città dell’Accoglienza della UE. La nuova innovativa struttura, sita sul suolo greco, si caratterizzerà da un'architettura urbana pensata appositamente per la partecipazione attiva della cittadinanza, che riceverà anche una forma di reddito minimo per il non facile compito d’accoglienza. Il superministro ha sottolineato come il piano intercetti dunque anche le istanze abitative di molti precari cittadini europei, in preda a crisi e fragilità esistenziali a causa del caro vita e dell’emergenza casa.
La nuova città ideale dell'accoglienza, oltre ai servizi e agli esercizi commerciali di prima necessità, sarà composta interamente da residenze di gruppi appartamento, ma nessuno tra essi necessiterà di copertura di operatori, con un notevole risparmio per il contribuente comunitario. L'instabilità probabile di tale assetto abitativo, sarà ovviata grazie a un proditorio contributo della ministra degli esteri della UE, Federica Mogherini che è riuscita, con la consueta abilità diplomatica che le è propria, a sfruttare una situazione congiunturale che sembrava sulle prime far presagire nuove crisi e ostilità. La ministra ha preso accordi con il rinnovato esecutivo turco. In pratica, ciascuno dei gruppi appartamento della nuova Città dell’Accoglienza, sarà assegnato a collettivi eterogenei composti per «due quarti da greci e due quarti da turchi».
Il consiglio, nella sua interezza, ha espresso profonda gratitudine per l’intervento sapiente della ministra Mogherini, capace di cogliere l’aspetto meno visibile dalle nelle cronache e nelle storie di quell’area geopolitica: il noto senso di fratellanza tra i popoli greco e turco. Così gli strateghi dei paesi stipulanti questo accordo bilaterale, l'UE e la Turchia, sperano che si vengano a creare i prerequisiti di un forte autocontrollo, autodeterminato per giunta, dagli stessi cittadini avanguardia della nuova visione europea.

Il ministro Schäuble non nasconde che nell’elaborazione del progetto dell’UE sono emersi  dubbi e perplessità. Ma da buon ministro plenipotenziario dell'UE, ha egli stesso ideato un piano efficace per risolvere prontamente eventuali crisi di sistema.
Lo stesso piano della Città dell’Accoglienza prevede, in caso di mancata collaborazione volontaria dei cittadini stessi, distratti da conflitti intestini o «beghe domestiche», l'apertura, due volte l'anno, della libera stagione di caccia al «profugo siriano». S'intende con questa definizione, tutti i migranti (e non) privi di un contratto di lavoro a tempo indeterminato e dunque senza permesso di soggiorno sul suolo dell’UE. La stagione di caccia non prevederà norme o limitazioni particolari, non graverà sulle spese burocratiche, e sarà consentito l'uso della violenza contro i «profughi siriani», socialmente pericolosi in quanto «profughi siriani».
È stato fatto notare come i suddetti «profughi» dovrebbero essere coloro che usufruiscono dell'accoglienza della Città dell’Accoglienza, mentre si ritroverebbero così a dover sopportare gli scompensi di un ordinamento dettato, bisogna ricordarlo, da un'emergenza, una situazione di acuzia, che stando alle disposizioni comunitarie in materia di riforme costituzionali, va risolta in maniera strutturale, integrandola nelle costituzioni di fatto dei paesi membri.
Di fronte a chi solleva questa critica, Schäuble richiama l'attenzione sulla nuova sostanza che il ministero congiunto della salute europea ha messo in distribuzione, e che lo stesso Schäuble, con la sua tipica sapida ironia, ha ribattezzato «europeina». Una sostanza frutto di una sua visione, molto personale, ed evoluzione per molti versi della già famosa Normalina. Tale sostanza, spiega Schäuble, avrà non solo l'effetto di placare le preoccupazioni del «profugo siriano», ma riuscirà persino a suscitare in lui un’innata felicità tale da renderlo gaudente e predisposto per la stagione di caccia. Di fronte ad alcune critiche sollevate da pochi e sparuti periodici, riguardo all'etica del piano nel suo complesso, dal loro punto di vista «traballante», Schäuble ha ricordato che è un piano volto anche a difendere la libertà di espressione e stampa. Ha ricordato infatti il caso dell’attentato alla redazione di Charlie Hebdo, perpetrata da dei minacciosi «profughi siriani». E ha concluso a gran forza «Je suis Charlie Hebdo!». Ha dunque rigettato ogni critica con un secco «lo sto facendo per aiutarvi» e senza perdere lo sguardo autorevole che lo caratterizza in questi momenti, ha citato poi la famosa frase di Voltaire dicendo che non era d'accordo con le critiche che gli venivano rivolte, ma avrebbe sempre difeso il diritto di «poter osare rivolgersi in quel modo alla sua persona». Il ministro Schäuble, si sa, da questo punto di vista, è un uomo di cultura, che ama ricamare da par suo sulle sfumature del pensiero di grandi filosofi e letterati, senza per questo voler suscitare fraintendimenti di qualunque sorta. 
A margine della stessa conferenza stampa il premier italiano Matteo Renzi, ha poi dichiarato, con soddisfazione, che dal punto di vista economico la Città dell’Accoglienza rappresenta un'occasione di sviluppo «straordinaria» per «spingere ancora di più in avanti la ripresa» portare a pieno regime la «locomotiva dell’UE». Con un certo sforzo di immaginazione, riteniamo alludesse probabilmente all'Italia. Anche se non molti, tra i giornalisti italiani presenti, l'hanno capito, impegnati a ripassare la lezione di copia-incolla fornita dal ministro delle telecomunicazioni e dell'informazione, insieme al glossario aggiornato delle definizioni di moda da usare negli strilli delle prime pagine e nei telegiornali. E del resto, in quel momento, mentre parlava Renzi, a parte un cronista greco distratto, c’erano in sala solo giornalisti italiani.
Renzi ha comunque promesso che ci saranno anche dei bonus, dei veri e propri sgravi fiscali per queste misure di solidarietà eccezionale, e si è direttamente rivolto alle «imprese italiane che nel campo dell'edilizia sono un’eccellenza mondiale» ammettendo che «sapranno contribuire al lungimirante progetto di Schäuble con massima celerità e a prezzi estremamente concorrenziali». «Questo» ha poi spiegato «perché l'Italia è da sempre  vicina al popolo greco con cui sente una stretta identità di vedute e profonde radici culturali comuni». 
La giornata è stata recepita come un successo su tutta la linea, confermata anche dall'eccellente reazione delle principali piazze europee a queste notizie. I mercati hanno registrato notevoli impennate, con una media del 3 per cento, e Milano è stata una delle migliori, attestandosi al 4,17 per cento.
I mercati non sono rimasti minimamente turbati da certe indiscrezioni, molto di corridoio, per non dire sotterranee, che testimoniano dell'esistenza di gruppi spontanei e reti informali solidali che cercano di organizzare delle opposizioni al progetto della Città dell’Accoglienza. Stando a queste voci, di incerta provenienza, questi cosiddetti gruppi di follia militante, attuerebbero forme di protesta politica e poetica, manifestando una propria arte di vivere, richiamandosi alla arcaica tradizione orfica, e facendo propria anche l'esperienza della cultura rebetika, che già in passato ha accomunato marginalità urbane transfrontaliere greco-turche.
Senza voler dar troppo credito a questi movimenti e creare inutili allarmismi, in quanto redazione di un periodico che esercita il libero pensiero, cercheremo comunque di dar conto delle idee, delle gesta e delle storie, nello sviluppo futuro di queste inusitate r-esistenze.

Enea Solinas

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