Alberi
È una tradizione importata, non è molto mediterranea; se non sbaglio, è di origine germanica. Si presta favorevolmente al kitsch come all’artigianalità lenta e autoprodotta. L’albero di natale è però qualcosa che caratterizza dalla mia infanzia il natale, più del presepe, il più delle volte limitato ad una discreta natività. Saranno le luci e le palle colorate (avrete notato come nella mie rubrica attraverso lo specchio, siano esuberanti questi effetti nelle foto annesse, che sono opera mia, frutto di divertimento fotografico) Ma forse è anche il fascino di quel microcosmo intricato, ed incantato, labirintico, pieno di nascondigli, che creano varchi, tra un ramo, un ninnolo, un riflesso di un lampo azzurro su palla specchiata argentata o dorata… Alt!, concludete a piacere, sto già andando in delirio psichedelico descrittivo.
Ma le palline, i ninnoli, gli addobbi tutti, sono legati al simbolo di una propiziatoria abbondanza, che nelle antiche religioni contadine era un’offerta sacra, così simbolizzata, per un risveglio dall’inverno non duro, che consentiva alla comunità di avere un buon raccolto. E successivamente di donare ancora.
Per questo natale voglio fare due auguri, ed entrambi, interconnessi, prendono spunto da questa fantasia. Il primo augurio che faccio a tutti voi bradipolettori è quello di tornare ad apprezzare la vostra solitudine. È quello di riuscire a non rimanere angosciati dai labirinti della psiche e di non percepire la solitudine come una reclusione o un isolamento. È di riuscire a vedere la vostra anima come un «bell’inganno», nel quale già il tempo è una «bella compagnia», per citare anime salve di De André. Spero che riusciate a vedere le sensazioni profonde non come una complicazione, o peggio una vergogna, un difetto… ma come un microcosmo intricato, ma incantato, pieno di nascondigli che creano varchi, tra un ramo, un ninnolo, un riflesso. Vi auguro di riuscire in ciò a ritrovare un po’ della spigliatezza genuina del bambino in ciascuno di noi, che di fronte a tutto ciò è divertito, è giocondo, è fantasticante. E sa bene che quel microcosmo è il riflesso dell’intero cosmo.
L’altro augurio che faccio è di fare dono di questi giochi, di questa profondità, di «questa lieta gaiezza» (che si potrebbe tradurre, etimologicamente, «questa fertile terra»). Ma di fare dei doni non materiali, non i «pacchi» (riciclati spesso per mancanza d’idee). L’augurio che faccio è che voi tutti bradipolettori riusciate a farvi dei doni stando tutti appesi all’albero. Ovvero: riuscendo a sentire nel cuore lo stare insieme agli altri.
Sembrano due auguri contrastanti? Niente di più sbagliato. Il ritrovare una pace gioconda dentro di sé è il primo passo per ritrovare un pace gioconda e fertile nello stare insieme. Troppo spesso questo mondo accelerato, dogmatico, abulico, irrigidito sugli stessi schemi, impedisce a tutto ciò di accadere. Ci costringe a seguire degli standard, a formare i nostri desideri sulla normalizzazione (o meglio sull’omologazione) del desiderio, dell’immaginario, degradando fantasie ed empatie profonde. Un sistema che ci costringe a seguire delle condotte e che ci osserva con pre-giudizio se usciamo fuori dai ristretti margini che delineano queste condotte. Un sistema che ci esclude la possibilità di cambiare senza passare dal consumo, dal denaro, dalla produttività e dalla competizione.
Ma non è solo teoria, non sono solo parole le mie. Il mio duplice augurio è anche un invito. E ha un nome: laboratorio urbano di Mente Locale. Questo laboratorio è un gruppo di persone che scommette sulla forza di accoglienza del gruppo per superare le difficoltà e le asperità della vita dei singoli. È un gruppo, come proprio questa settimana mi è capitato di definirlo, « ad alta temperatura emotiva». È una scommessa che non sempre vinciamo, ma continuiamo a giocarcela. È un modo per ritornare ad apprezzare la labirintica profondità della psiche, cercando di non rimanere prigionieri dell’angoscia e degli schemi del sistema vincolante. È un modo per riuscire a fare concretamente entrambe le cose che vi auguro di poter fare, di poter riscoprire. Se siete interessati, se volete scommettere un po’ del vostro tempo, della vostra identità, potete consultare il sito di Mente Locale dove troverete anche l’indirizzo e-mail a cui rivolgervi per sapere dove, come e quando il laboratorio urbano si ritrova e cosa propone ai suoi partecipanti. Un felice natale a tutti voi!
http://bradipodiario.blog.tiscali.it/2014/12/25/12160/
Enea Solinas
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