Conflitto, riscatto e mutuo aiuto
“Noi” in soccorso di “Noi”
“Un gruppo non diviene un gruppo finché non scopre di essere tale ancora prima di incontrarsi...
Udire le voci potrebbe essere la traccia arcaica”.
Siamo partiti in cinque al primo appuntamento compreso gli operatori sociali inerenti il servizio sanitario pubblico e siamo cresciuti non solo di numero, infatti ora il gruppo conta stabilmente almeno una dozzina di persone, ma soprattutto cresciuti e basta.
Il gruppo di uditori di voci di cui orgogliosamente faccio parte è nato dall'esperienza del Laboratorio Urbano Mente Locale di C.so Unione Sovietica che ha ripreso la sua attività da circa un anno in Via Luserna di Rorà, 8, nei pressi di Piazza Sabotino a Torino. Ci incontriamo il Giovedìalle 17.30 fino alle 20.00 circa.
Ritrovarsi nelle psicosi dell'altro come guardando uno specchio, aiuta in primis a non sentirsi isola ma comunque comunità, si allevia quel senso di paura che anche nei più navigati si presenta quando una voce ti chiama ma a chiamarti non è un volto.
Dare un significato alle voci significa farsene qualcosa di queste voci, pensarle una risorsa come quando di un delitto se ne capisce il movente e si può andare avanti nelle indagini finanche ad archiviarle.
Un delitto è stato commesso nel nostro intimo; talvolta persino con gli intenti migliori siamo riusciti a fare male, a farlo per diverso tempo e in modo profondo.
Il conflitto che si consumava dentro di noi è diventato più chiaro, è diventato voce, si è esternalizzato di modo che ascoltandolo si possa decifrare.
E proprio in questa fase della ricerca della chiave di codifica del pensiero urlato in silenzio arriva in aiuto come la cavalleria romana il gruppo.
Chi ascoltava magari c'ha visto lungo e cosa più incredibile ce lo dice per farci stare meglio, perché se tramite un intervento di un membro del gruppo un altro membro del gruppo sta meglio ora che
quest'ultimo ha più consapevolezza al prossimo incontro è maggiormente in grado di dare una mano al primo che quel giorno ad esempio ha fatto un passo indietro cioè ha meno consapevolezza
del suo malessere o di un aspetto di esso.
Non si pensi che il gruppo è gratuito.
Nel gruppo si viene per curare la vigna, se esci con le mani pulite, se non hai speso un sospiro udibile dal tuo vicino di sedia o da chi ti sta di fronte, allora hai mancato un occasione per scavare e condividere.
La magia del gruppo è quella di trasformare il dolore in condivisione, infatti questo nasce come gruppo di uditori di voci dunque più o meno abbiamo tutti quanti sofferto chi un pelo di più chi un pelo di meno ma tramite la condivisione si può sversare sull'altro le nostre paure e i nostri bisogni mancati e questo può essere fatto anche in modo meno amicale di quanto si pensi,...il gruppo non solo non è gratuito, ma a volte paghi, ed esci con le ossa rotte.
Questo facciamo, ci rompiamo un osso che doleva ma era ritenuto sano e lo facciamo curare dal vicino di banco finché si possa dire di essersi messi in discussione, di averlo voluto e voluto fino in
fondo.
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