Che cosa ti appartiene?
quasi nulla
ma tra il niente e il nulla
c'è il nostro io
la nostra identità,
faccio una preghiera silenziosa
una preghiera sovversiva
tra equilibrio e conflitto;
Lidl che vai delacs che trovi,
Hunziker pratica in striscia la seduzione
interiorizzata tramite la merce,
pomodori deluxe qualità superiore
idroponico olandese
tutto perfetto e luccicante.
Ma cosa ti ha luccicato per la testa, stamattina?
Apro l'unità di crisi per normalizzare il sintomo
dò una capocciata contro il muro e mi ripeto,
apriamo piuttosto un varco
verso un utopia sovversiva realizzata.
Mi spiace
ma oggi non ho sentito niente
meno male che lo so:
tutti abbiamo dei conflitti.
26-11-2013
unico e irripetibile
non siamo cloni di nessuno o
forse siamo cloni di Nessuno,
sicuramente Odisseo
sarebbe contento.
Riusciamo a spogliarsi dei ruoli?
A rimanere nudi?
Partiamo dal confronto sul bene collettivo
tra dentro e fuori non esiste un confine netto
diversi e uguali.
19-11-2013
Piove e siamo pochi
in attesa dell'altro
incontro me stesso
o dentro o fuori
da qualche parte ho appuntamento con me stesso
mi chiamo al cellulare per sentirmi ma
non c'è campo
mi metto all'angolo ed ecco quattro tacche
finalmente posso parlarmi.
Un incontro operatori e utenti
a partire da mente locale
a partire dalla tristezza che avvolge la psichiatria,
ognuno può essere risorsa per l'altro
un luogo d'incontro e
di accoglienza reciproca.
Un educatore deve essere permanentemente in crisi
regna l'indifferenza e
si vede sul volto di ognuno di noi l'orrore
chiusi nei nostri alveari
singolarmente ognuno nella sua cella
apparentemente tutti insieme
vengo a mente locale dove c'è più intensità
facciamo fatica con la delocalizzazione in cascina
lasciare del centro diurno la dimensione uterina.
12-11-13
Della Storia straordinaria di Peter Schlemihl
l’uomo che ha venduto la sua ombra,
in una festa di fine °800
uno alto e bello
dinoccolato, vestito di grigio
tira fuori dal taschino
uno tappeto intero,
del tutto apparecchiato
comprese sedie e tavoli e
domanda:
mi vendi la tua ombra
in cambio di una borsa
che produce denaro sonante?
Mi vendi la tua ombra?
Ti do la borsa magica,
la borsa di Milano
e cosi diventi ricco senza ombra
un uomo senza ano ma
con la borsa di Milano.
Vende e gira solo di notte
quando l’ombra non è necessaria,
piange l’amore deluso e impossibile
e alla fine, infelice
incontra di nuovo l’uomo con la giacca grigia,
ti ridò l’ombra
se mi dai l’anima,
butta la borsa dentro la grotta
dentro la grotta del pozzo
fa l’eremita
negli angoli bui del bosco.
Adalberto von Chamisso
non sopportava il razzismo
e se ne va sbattendo la porta
l’ombra ingombra e
tu che faresti,
venderesti la tua ombra o la tua anima?
Vendo la mia anima
tengo di più al mio corpo,
sentendo questi contratti di vendita
che non si riesce a liberare
vendo l’ombra e mi tengo l’anima
ma se non ho ombra, non ho più luce
è meglio alla fine
vendere l’anima e tenersi l’ombra
perdere l’ombra è un parto del diavolo
in Kaukaso dentro la grotta
nasce il disegno d’amore,
mi stò facendo in diretta
un idea proiezione
a seconda della luce
si proietta l’ombra,
avere o essere?
Se non c’è l’hai non ci sei
l’ombra fa parte della vita
e l’anima non esiste,
l’ombra è il mio opposto e
se non c’è ombra non c’è luce
c’è solo tenebra,
se vendi l’ombra
devi imparare a camminare nelle tenebre,
mi tengo l’anima
l’ombra un mantello nero dell’esistenza
ingombrante, stà li e mi segue;
l’ombra strappata di Peter Pan
che cerca Wendy la sarta
che lo ricuce.
Mi seguono come ombre
i miei fantasmi
sono il mio inedito
l’ombra mi pensa
ma io mi domando,
in paradiso, avremo ancora l’ombra?
dalla calura estiva
ombra accogliente
dal riverbero lucente
l’ombra mi fa essere nel tempo
con l’ombra misura le piramidi
ombra rivelatrice delle distanze cosmiche
luogo fresco dell’anima e della mente
mi sono accorto della mia ombra
solo quando l’ho persa
e non potevo più che
appartenere al regno delle tenebre,
il cieco è un ladro di ombre
non te ne accorgi e zac
ti ritrovi senza ombra
inavvertitamente,
il cieco è un collezionista di ombre
come Borges, il grande cieco
che scrisse, L’elogio delle ombre,
ma a me è successa
una fusione termonucleare interiore,
esplosione di luce tremenda fù
ed è sparita la mia ombra.
Voglio crescere
sotto la tua ombra
basta che sia
ombra d’amore,
vedo tra le ombre
come leggo tra le righe
sto un pò in ombra
senza ombra di dubbio.
C’è crisi
nuovi poveri
si aggiungono a quelli vecchi
una crisi di debito
non debito personale
ma debito di stato,
formattato o rottamato
urla qualcosa dentro di me
ricordo il fragore del mondo che crolla,
già quando sono nato
mi sentivo un sopravissuto
del ghetto di Varsavia,
facevo già la preghiera dei morti
stando in mezzo tra ricordo e oblio,
tra odio e amore per me stesso,
il mio io valore
è un orto verde smeraldo
cerco giardino confinante
per sentire il valore del noi,
sono come una tartaruga
a cui hanno tolto il carapace
cerco di inventarmi qualcosa
per non soccombere e
risentir l’amore
essere capace.
Siamo tutti complici e
responsabili del manicomio,
è una mattanza
una radunata dei matti
solitudini in serie
frammenti senza mosaico
isole senza arcipelago
tremendo e terribile
il fatto della solitudine,
bisogna star bene con se stessi
per non soccombere.
Quale è la domanda?
Cosa c’è dietro la diagnosi?
La psichiatria vede solo la punte del iceberg,
riformuliamo la diagnosi con parole nostre.
A volte scendono le lacrime
mi invade la tristezza
ma non mi sopporto e tramuto tutto
in rabbia.
Sono stanca stanca
di me e del mondo
voglio essere accolta
con semplicità.
Inutile,
mi sento inutile
neanche un tappetino
per pulire le scarpe altrui sono
ecco cosa sono.
Non potevo scegliere e
qualcun altro lo faceva per me
adesso, anche se sbaglio, scelgo
e non mi fratturo più le mani
prendendola col muro.
Sono troppo selvatica e forastica,
voglio far meno fatica
a star con gli altri.
Non riesco a metter su un desiderio mio
e mi aggrappo a quello degli altri.