Mente Locale 31.01.2012
Compagnia necessita virtù
Al Trattamento Cinematografico Obbligatorio,
Shutter Island.
Un manicomio criminale
dove tutto può succedere.
Compagnia necessita virtù
Al Trattamento Cinematografico Obbligatorio,
Shutter Island.
Un manicomio criminale
dove tutto può succedere.
Mente locale produce suggestione,
ma adesso si sta assopendo.
Facciamo memoria dei luoghi.
La stanchezza ci rende
meno effervescenti,
eppure il seme dell’ascolto
ci rende presenti.
Ripeto gli errori nel silenzio
perché non apprendo la lezione.
Ma cos’è questo silenzio?
La follia non lascia scampo,
resta l’amicizia di Aristotele.
La possibilità dell’impossibilità di essere amici
è la possibilità di arrivare da lidi lontanissimi.
Da Chivasso si vede il mare,
ma dal mare si vede Chivasso?
Ogni situazione della vita
ha un baratro.
La rivelazione dell’estasi
è quella dell’uomo
che si rivela a sé stesso.
Bataille sostiene l’amicizia
come discontinuità e nella nebbia
c’è vuoto e confusione.
La paura parla in me
con il neon epilettico e
provoca fastidio.
Problemi concreti e non passatempi,
anche se ne vorrei essere contagiato.
La minoranza vuole risolvere i problemi,
il resto parla dei dipinti,
ma gode del bello.
A Mente locale sono
come alla fermata del tram,
sono fuori luogo e
mi danno solo farmaci e sonnolenza.
Parla dei problemi perché
ti ascolto pienamente.
Per rispetto, ci sono modi di vedere.
Fatti valere ma senza
assolutizzare.
Un problema grande
prende tutta la mente.
Un amico è
che più ce n’è meglio è
mentre le risposte
le soffia via il vento.
Si chiede aiuto a chi
sta meglio di noi,
il teatro permette
di tirar fuori le emozioni,
ma senza dare troppa
minestrina al brodo.
La fantasia ci eleva,
divento veloce
come un neutrino e
la difendo dal racket dell’ortofrutta.
Non sono assente alla scena,
se l’amicizia la conquisto..
che sia da ambo le parti.
Sbatto la porta
perché son presente.
Rispondo agli altri
cercando una risposta per me.
Le assenze
non sono
non presenze.
Il male mentale è
un male bastardo.
Sogno strascichi brutti, ma
la colazione riservata è
un atto di amicizia insieme
al mio teatro di ogni giorno.
Se non ci sono io
c’è qualcuno che supplisce
la mia assenza.
L’importante è esserci,
ma se dici carro, un carro
ti attraversa la bocca.
Da quando son nato
mangio parolacce.
Se non ha agito da amica,
allora gli ha fatto del bene.
Venerdì sera Nietzsche
ci porterà il suo baratro
con estrema lucidità.
Dice il dirimpettaio postumo di Nietzsche:
“Mente locale è un ottimo
face book alternativo”.
Se tu sei troppo dentro
ciò che farai sarà mediocre,
recita Mann.
Compagnia necessita virtù,
senza le sciocchezze dell’arte.
La parolaccia non esprime tanto,
e chi taglia la strada è opportunista.
Il baratro è il rischio di guardarlo e
non tutti sono disposti a farlo.
Dice Rocky: “Se riesco a resistere
non sono solo un bullo di periferia”.
Costi quel che costi,
che l’arte
non sia consolatoria,
ma instaura una collaborazione.
Il manifesto di dolore
è molto fisico e anche teatrale.
La neve che cade
oggi è intrisa nel sangue
di questo baratro
che ferma il tempo,
servito con
contorno di patologia.
Amicizia è
quando entri nell’altra persona e
lei è dentro te.
Il baratro è una possibilità
che può accadere all’improvviso,
ma noi possiamo guardarlo insieme.
Il più comune dei problemi
è pensare solo ai propri problemi.
La società non è tonda e
siamo un po’ sociopatici.
Il sovrano non chiede amicizia
perché nella sudditanza
tutti gli sono amici.
E’ diverso piangere veramente dal dolore
piuttosto che a causa di
una cipolla.
Non sopporto chi esalta la follia,
vuol dire che non c’è passato.
Crescere è così dimenticare
di vivere per sempre.
Ti ho lasciato essere felice,
bisognava insegnarti
la sofferenza dei labirinti e adesso Icaro,
ti seppellirò qui,
tra i sorrisi dei loro tessuti vuoti.
Il sovrano non ha amici,
a loro Bataille
ha lasciato la miseria del loro potere.
Gli altri invece l’accesso al mondo
mentre voglio sconfiggere il problema.
Mi domando se la terapia
coi farmaci sbagliati
sia giusta, ma mi ha contenuto.
I farmaci prendono a tutte le età e
mi prendo il lusso di stare in silenzio,
sconfiggendo il vuoto.
Scrivi del mio delirio
così ci potrò riflettere sopra.